di Serena Rotolico
La soglia dei 30 anni si avvicina e l’ansia ci assale, siamo infatti la generazione invisibile, quelli nella “Terra di Mezzo” dove qualcuno prova a realizzarsi ed a mettere su famiglia fra mille difficoltà ed altri che restano attaccati ancora a casa propria perché magari si stanno ancora laureando. Io faccio parte della seconda categoria, ma penso sempre più spesso al futuro e mi rendo conto che le esperienze che faccio a quasi trent’anni hanno un peso molto diverso, le vivo in maniera totalmente differente rispetto a quando avevo vent’anni: più maturità, più scelte responsabili, l’orologio biologico che corre, la pressione per una realizzazione forzata altrimenti ci si sente vecchi o, peggio ancora, dei falliti.
La colpa di questa scomoda sensazione comune è dovuta al contesto storico in cui viviamo. Non è l’unico motivo ma sicuramente il principale: ci sono sempre meno opportunità, si respirano ogni giorno la crisi economica e la disoccupazione, ci definiscono bamboccioni invece di incoraggiarci. Siamo insicuri, inadatti, timorosi. Ed ecco quella che io definirei la seconda crisi esistenziale importante della nostra vita: la crisi dei 30 anni.
Sono gli anni che durante l’adolescenza si vedevano ancora troppo lontani e si immaginavano pieni di certezze e soddisfazioni; con un ottimo lavoro, una casa, l’auto dei nostri desideri ed invece quando improvvisamente arriva questa età (perché credetemi, arriveranno in un attimo e non ve ne accorgerete!) la realtà è ben diversa. La vita non ci ha dato tempo di mettere in ordine tante cose, abbiamo strade già intraprese e che dobbiamo portare a termine e quelle che forse sarebbe stato più giusto scegliere, un volere ma non potere che disorienta. Tanti “se” ed altrettanti “ma” e ci si sente poco utili a fare i conti con i piedi su un terreno che traballa 24 ore su 24. È come essere di nuovo adolescenti, ma in un corpo di quasi 30 anni e questa vita meschina te lo ricorda pure che non hai più 15 anni, facendoti spuntare i primi capelli bianchi o delle lievi rughe che fino alla sera prima non avevi mai notato.
A tutti quelli che come me stanno vivendo questa crisi dico che è fondamentale pensare che nella vita non è mai troppo tardi per recuperare il tempo che sembra perso e che un pizzico di rischio può aiutare a fare quel passo di cui si ha paura. Dovete concentrarvi sui traguardi raggiunti fino ad ora, anche quelli più piccoli ed alle energie impiegate per rialzarsi tutte le volte che siete già caduti. “Per aspera ad astra” scrivevano i poeti latini…”attraverso le asperità per arrivare alle stelle”