Di Eleonora Gentile.
Spunta una nuova pista sul caso di Emanuela Orlandi. “Cercate dove guarda l’angelo” sono queste le parole della lettere ricevuta dalla famiglia, che hanno riacceso nuovamente le speranze. Ci si chiede se questa sia la svolta decisiva che possa far raggiungere, dopo ormai quasi 36 anni,ad una verità che possa finalmente dare giustizia ad Emanuela.Un caso questo che ha sconvolto una famiglia, gettandola nella più drammatica delle disperazioni. Ma una vicenda che fin dall’inizio ha sollevato dubbi, perplessità a volte inquietanti sul Vaticano.
Una storia che sembra non trovare mai fine,negli anni sono state numerose le ricerche, le false piste, le testimonianze, che però, non hanno mai portato alla verità.Infatti solo alcuni mesi fa,con la scoperta di alcune ossa a Villa Giorgina, la sede della Nunziatura Apostolica ,sembrava essere finalmente vicini alla soluzione della scomparsa di Emanuela;ma anche in questo caso le ossa trovate nel sottosuolo della nunziatura non erano della giovane.
Così dopo aver ricevuto una lettera anonima, la famiglia di Emanuela Orlandi,che negli anni non si è mai arresa nonostante i numerosi muri di omertà innalzati da coloro che sanno, ha presentato formale istanza al segretario di Stato Vaticano, per riaprire una tomba nel cimitero teutonico, che si trova proprio all’ interno delle Mura vaticane. Secondo una lettera anonima, nella tomba dei Von Hohenlohe potrebbe esserci il corpo della ragazza scomparsa il 22 giugno del 1983.Sarà vero che bisogna guardare nella direzione indicata dalla statua dell’angelo presente nel sepolcreto? Pare che questo fosse scritto nella missiva, arrivata anche all’avvocato della famiglia Orlandi. Sarà vero che dalle parti di piazza San Pietro molti si chiedono il perché di tanta attenzione riservata, da tempo, a quel luogo? Sono le nuove domande che ruotano attorno a questo nuovo capitolo di una vicenda che per tutti noi non è mai stata dimenticata,come se Emanuela fosse scomparsa solo pochi giorni fà,perchè è inammissibile che una 15 enne strappata alla vita non trovi neanche pace.
Segnalazioni,che come conferma la famiglia della giovane,arrivano ormai da mesi e da fonti interne al Vaticano e sopratutto non anonime. Le istanze inviate al Vaticano sono ormai tre ma per ora non sembra esserci volontà di collaborazione. Una questione che per loro è chiusa e della quale si deve occupare lo Stato Italiano nonostante Emanuela fosse una cittadina vaticana, l’unica cittadina ad essere stata rapita.
Ci si chiede perchè coloro che predicano verità,giustizia,amore e libertà invece di aiutare a poter finalmente mettere un punto a questa vicenda,si nascondino dietro il silenzio.Un silenzio che nasconde un segreto da proteggere e che è costato la vita a Emanuela.
Un silenzio assordante per una famiglia che desidera solo avere un posto dove poterla piangere in pace, perchè tirare fuori questa storia ogni volta è un dolore che negli anni,nonostante la voglia di giustizia, diventa sempre più insostenibile.