Di Asia Santi.
Se accendiamo la televisione, oppure decidiamo di fare una passeggiata per una qualunque via, ci accorgiamo che programmi televisivi e cartelloni pubblicitari ci mostrano unicamente figure femminili magre, con seni prosperosi e apparentemente perfette. Nessun pelo fuori posto, sopracciglie curate e sorrisi bianchissimi.
Ma quello che ci chiediamo è: che senso ha mostrare donne già depilate in una pubblicità che vende rasoi? Oppure far vedere ragazze (modelle, e non donne comuni) contente di avere il ciclo? Non ha senso mostrare ragazze (felici, oltretutto) che si fanno la ceretta su una gamba già liscia e rasata.
Le pubblicità mostrano ciò che l’uomo vuole vedere, non quello che la società propone, e quasi sempre le donne si sentono in dovere di diventare come queste figure per sentirsi accettate.
Per esempio: vogliamo fare la pubblicità di una nuova cucina? Mettiamoci allora una bella donna, sensuale e sorridente.
La figura femminile viene spesso ritratta in pubblicità che la vedono coinvolta in faccende domestiche, circondata da bambini, mentre invece ruoli più affermati (come il dottore, il dentista) vengono riservati a figure maschili.
Le campagne pubblicitarie sul make up prendono come protagoniste modelle bellissime, e non comuni donne italiane che utilizzano il trucco per sentirsi più belle, o per coprire quelli che per loro sono difetti. Vediamo spesso pubblicità su fondotinta che vengono indossati da ragazze con pelle perfetta, quando sarebbe più veritiero proporre donne con problemi alla pelle. Tutto questo fa sognare ingenuamente le donne, che cercheranno così di inseguire un modello di bellezza finto, idealizzato.
In televisione non esistono corporature ‘curvy’, e vengono eliminati quei difetti naturali che tutte possediamo (e che sono bellissimi nella loro particolarità).
Le modelle televisive sono toniche, senza un filo di cellulite, senza una smagliatura o un kg in più sui fianchi. Il mondo femminile( che comprende sia giovani ragazze, ma anche donne più mature) cerca dunque di inseguire questo ideale, come se la tv comunicasse a tutte loro che non sono belle e giuste così come sono. Molte donne, influenzate da questa forma di comunicazione completamente sbagliata, sviluppano problemi alimentari, fra cui anoressia e bulimia.
Le pubblicità moderne utilizzano il corpo femminile come strumento di vendita, un oggetto sessuale che diventa un sogno erotico maschile, e che fa si che le donne percepiscano un messaggio negativo.
Le manifestazioni per l’emancipazione femminile lottano contro uno stereotipo mediatico di donna come “madre e moglie perfetta”, e contro un’immagine femminile presentata sempre più spesso come puro oggetto di seduzione.
Vogliamo più mamme con i capelli trasandati, che indossano le tute mentre vanno con la loro Fiat Panda a prendere i bambini a scuola; vogliamo uomini che pubblicizzano pannolini e utensili da cucina.
Finché la pubblicità ed i media continueranno a far leva sulla strumentalizzazione della sola bellezza fisica, sexy e tentatrice, non si potrà parlare di progresso.