Di Giovanna Bacco
Si dice spesso che la linea di confine tra uno studente e un professore deve essere ben definita e ben delimitata. Ma è davvero così? E soprattutto è la cosa migliore ai fini dell’apprendimento?
Il dialogo tra uno studente e un professore non è mai semplice…perché non semplici d’altronde sono tutti i rapporti umani. Certo è che bisogna stare molto attenti a non superare quel limite…il limite del rispetto, dell’educazione, del gioco dei ruoli. Perché non puoi, per esempio, rivolgerti ad un professore come fai per esempio con un tuo amico, questo è ovvio. E poi ci sono anche coloro che preferiscono instaurare con i propri studenti un rapporto assolutamente distante, lontano, senza alcun tipo di vincolo “affettivo”, mantenendo un certo distacco che non può e che non deve essere oltrepassato.
Ma non esiste il rapporto “giusto” o quello “sbagliato” perché ogni persona è a sé ed ognuno si comporta come crede e come gli sembra più opportuno.
Purtroppo oggi ne succedono di ogni e molteplici sono i casi in cui uno studente arriva non solo a rivolgersi in modo non adeguato al proprio professore, ma addirittura arrivando a sfidarlo e ad avere atteggiamenti poco corretti. Indubbiamente si è arrivati all’estremo: non si possono accettare situazioni del genere, non si può pensare che un ragazzo possa comportarsi in quel modo con una persona che potrebbe essere un proprio familiare e che sta cercando di insegnare qualcosa, non solo a livello scolastico, ma anche e soprattutto per la vita. Dinanzi a questi casi non ci possono essere scuse, giustificazioni…non possono essere accettati comportamenti del genere, perché c’è un limite a tutto e qui il limite è stato più che superato.
Importante è sicuramente avere e mantenere un rapporto educato, civile e rispettoso nei confronti di chiunque, soprattutto verso un professore che è lì per aiutarti, per trasmetterti il sapere, la cultura, che sono un arricchimento personale, fondamentale per se stessi e per la propria vita.
E al tempo stesso, perché no, sarebbe bello se ci fosse più interazione, più complicità…un rapporto che andasse anche un po’ oltre il livello didattico. Mi piace pensare ad un legame speciale: un legame che racchiudi un qualcosa di profondo, in cui non c’è distanza, ma solo la voglia di apprendere, di imparare l’uno dall’altro e di parlare del più e del meno, quasi come se fosse una persona cara. Perché d’altronde stiamo sempre parlando di un rapporto umano, un rapporto tra due persone, seppur apparentemente distanti…ma un rapporto sincero, in cui magari rifugiarsi quando si è un po’ tristi, quando qualcosa non va esattamente come vorresti…quasi come un porto sicuro, un rifugio, una spiaggia dove approdare quando si è soli, tristi, confusi. Tutto ciò senza mai dimenticare i propri diritti e i propri doveri, ricordando che non ci sono sconti perché nella vita nessuno ti regala nulla…a prescindere dal legame più o meno forte che si possa creare.
Io me lo immagino così.