Di Chiara Sabatini.
Giovane, talentuoso, campione della serie A, ricco, viziato e indisciplinato, Christian Ferro sembra avere tutto a soli vent’anni: un contratto con l’associazione calcistica A.S. Roma, una Lamborghini e una ragazza influencer. A causa del suo carattere irascibile e gli anni di degrado che si porta alle spalle però, la sua brillante carriera da attaccante è gravemente messa a rischio. Nessuno lo riesce a tenere e così il presidente della A.S. Roma decide di fargli affrontare l’esame di maturità per disciplinarlo un pò e ingaggerà un professore con tanti problemi economici che gli darà lezioni private. Una grande sfida che li farà crescere.
Il calcio in Italia è quasi al primo posto, certe volte tanto bello quanto diseducativo e di troppo. Di conseguenza si potrebbe dedurre che questa sia un’altra delle tante commedie su questo argomento, ma non è così; infatti “Il campione” è un film di tipo formativo, che tratta di realtà quotidiane viste su tanti piani. Si passa dal piano di degrado, quello che sentiamo quasi sempre e di cui conosciamo molte persone lo vivono, ai piani alti, quelli a cui tutti i ragazzi ambiscono, quello del calcio, o più in generale dei soldi, dei milioni di soldi.
La vita di Christian tocca tutti e due questi piani e fa arrivare allo spettatore forte e chiaro il messaggio. Suo padre è andato via di casa e sua madre è scomparsa quando era più piccolo, perciò si può perfettamente capire lo stato d’animo di un ragazzo simile, cresciuto in quartiere non molto bello della capitale, che si è dovuto fare strada da solo, esclusivamente attraverso il suo talento, fino ad arrivare a livello più alto, all’ultimo piano di un grattacielo gigante, alla serie A. Due sono gli elementi fondamentali che il regista Leonardo d’Agostini ha voluto trasmettere con la sua pellicola: da una parte la storia di Christian ci aiuta a riflettere perché ci mostra una vita triste e dura vissuta da moltissime persone e dall’altra è proprio la sua rabbia che si porta dentro, unita al suo talento, che lo fa uscire allo scoperto, che lo ripaga di tutti i sacrifici e i dolori che ha passato. Questo ci vuole insegnare la storia di Christian, non arrenderci mai, lottare sempre senza arrendersi e perseguire i propri sogni e solo non fermandosi mai, questi si realizzeranno. In tutto questo il mondo del calcio fa soltanto da sfondo, ecco perché la pellicola non va sottovalutata.
Tuttavia c’è anche da ridere oltre che da riflettere, perché il professore che lo aiuterà subirà le pene dell’inferno per tirarlo fuori dall’ignoranza ed educarlo, non solo a livello culturale… i due infatti matureranno un bel rapporto, che li farà crescere molto. Sarà proprio il suo insegnante che gli insegnerà a controllare se stesso, la sua testa e i suoi sentimenti fuori e dentro dal campo.
Un ottimo film, andatelo a vedere al cinema!.