Di Giordano Tabbì
Il Napoli fallisce anche l’ultimo obiettivo stagionale. Una stagione negativa, senza scuse e senza alibi. L’Arsenal nel doppio confronto vince e passa meritatamente il turno contro un Napoli spento, senza voglia, inerme di fronte alle cannonate dei Gunners. Dopo essersi imposto per 2-0 all’Emirates, l’Arsenal sbanca anche il San Paolo, con un risultato di 0-1 maturato grazie ad una punizione di Lacazette. Nelle altre partite di Coppa, il Valencia ed il Chelsea confermano il passaggio del turno ai danni di Villarreal e Slavia Praga, mentre l’Eintracht Francoforte rimonta il 4-2 dell’andata e con un netto 2-0 passa ai danni del Benfica in virtù della regola dei gol in trasferta.
Dopo un’amara uscita di scena in Coppa Italia contro il Milan e un ruolo in campionato di seconda potenza che mai è riuscita ad impensierire i campioni d’Italia della Juventus, al Napoli era rimasta solamente l’Europa League. La vecchia coppa UEFA doveva essere un obietto alla portata degli azzurri, che però hanno dimostrato tutte le loro debolezze fisiche e mentali nel doppio confronto con gli inglesi. Mentali soprattutto, perché a Napoli si è festeggiato il passaggio in semifinale di Champions dell’Ajax ai danni della acerrima rivale Juventus come un obiettivo stagionale. Una società ed una tifoseria non possono pensare prima agli altri e poi a sé stessi. Poi ci sono dei fattori fisico-tecnici rilevanti, come la condizione atletica della squadra, che non era all’altezza dell’Arsenal, ma anche degli errori individuali importanti, come il posizionamento sul gol decisivo di Lacazette da parte del portiere del Napoli Meret, quasi imbarazzante l’errore.
Insigne si è dimostrato ancora una volta nervoso, rimasto male della sostituzione ha detto qualcosa ad Ancelotti con la mano davanti la bocca. Un mal di pancia, quello dello scugnizzo napoletano, che dura da troppo tempo e deve essere risolto, perché un Insigne così non serve a nulla, né al Napoli né alla Nazionale, né tantomeno al calciatore stesso. Ancelotti, il Re di coppa deve farsi delle domande e deve iniziare a guardarsi intorno perché un quarto di finale, così, senza neanche lottare non è nel suo stile e la squadra nell’ultimo periodo sembra non seguirlo più.
Unica nota positiva di una serata amara è Koulibaly, il centrale di difesa senegalese del Napoli ha disputato una partita fenomenale, non solo dal punto di vista fisico-tattico, ma soprattutto dal punto di vita morale. Ha giocato da vero leader, ha trascinato i compagni, non ha mai mollato e ha dato tutto per la maglia. I centrali di difesa forti ormai nel calcio moderno sono cosa rara, per questo il Napoli deve ricominciare assolutamente da Koulibaly, e dal suo condottiero, Ancelotti, che sta cercando di manovrare una macchina che da anni è pronta a vincere, ma che puntualmente fallisce.