Di Lorenzo Giannetti.
In Italia il moltiplicarsi vertiginoso del numero di fast food presenti in tutte le città, e l’aumento del consumo di alcolici spesso incontrollato portano con se una conseguenza: la qualità dell’alimentazione è sensibilmente calata e il fenomeno interessa soprattutto i giovani. I fast food sono un format di ristorante importato dall’America che ha avuto enorme successo in tutto il mondo. Figli di una società frenetica che, spesso, non lascia spazio per adeguati pasti che quindi vengono velocizzati il più possibile. Il problema centrale è rappresentato dalla qualità del cibo offerto che si compone di prodotti precongelati, sott’olio o fritti con uso di oli e con modalità che alla lunga possono essere dannosi per la salute. Non è un segreto infatti che negli ultimi anni si è alzato il numero di casi di tumori allo stomaco o al colon. Come riportato dall’AIRC, uno dei principali fattori dell’insorgenza di questi tumori sembra essere proprio l’alimentazione scorretta. In questo senso è consigliato evitare diete ricche di amidi, grassi, proteine animali e cibi affumicati, sott’olio o sotto sale: tutti elementi che si ritrovano in grande quantità nei menù dei fast food. Un altro fattore di rischio per questi tumori, e che è molto popolare fra i giovani come il precedente, è l’elevato consumo di alcol. I ragazzi, si sa, tendono ad avere raramente il senso della misura e, data una scarsa educazione circa le possibili cause dell’insorgenza dei vari tipi di tumori (che a mio parere dovrebbe essere parte integrante dell’educazione scolastica), non badano alle conseguenze del loro stile di vita. Da giovani ci si sente sempre sani e non si pensa che una scorretta alimentazione o qualche sbronza di troppo possano seriamente compromettere l’integrità del nostro apparato digerente. Senza contare che sempre più ragazzi non praticano molta attività fisica rendendo la loro alimentazione “fast” ancora più distruttiva. Un altro problema di carattere alimentare è legato all’eccessiva assunzione di zuccheri, soprattutto attraverso i dolci, che può condurre ad una forma di diabete.
In Italia, sul piano dell’informazione dei possibili rischi che possono portare a gravi malattie, si è fatto qualcosa (comunque poco) solo con la vendita di sigarette che riportano sul pacchetto immagini shock. Non è stata fatta invece alcuna campagna sanitaria nei confronti del cibo spazzatura o dell’alcol. E’ chiaro che si andrebbero a toccare interessi economici talmente vasti che si preferisce tacere e lasciare l’iniziativa a famiglie e medici circa l’educazione in questo senso delle nuove generazioni. Bisognerebbe riportare al centro delle mode alimentari la dieta mediterranea che di sé gode di una buona popolarità nel mondo, ma che nei giovani risente della concorrenza oltre che dei fast food anche delle tradizioni di cucine da ogni parte del mondo (che non è detto si debbano assolutamente evitare a patto che si trovi un giusto equilibrio per la salute). In questo senso potrebbe essere decisiva l’influenza dei cuochi più famosi divenuti vere star negli ultimi anni. Educare i giovani alla giusta alimentazione si può, a patto che si faccia a modo loro!