Di Chiara Sabatini.
Dilili è una bambina canaca che sbarca a Parigi clandestinamente sulla nave dell’ insegnante Louise Michel, di cui poi diventerà discepola e che la riaccompagnerà a Parigi. Nella Parigi della Belle Epoque, Dimini farà amicizia con un fattorino che l’accompagnerà per tutta quanta la città, mostrandole tutti i suoi luoghi bellissimi nascosti e portando allo scoperto lo strano segreto che sembra occultarla: una banda di malfattori chiamata “Maschi Maestri” infatti sta sconvolgendo la città, facendo furti, derubando gioiellerie e rapendo bambine. L’avventura di Dimini sarà proprio liberare queste bambine, ovviamente con l’aiuto dei suoi nuovi amici.
Nella Belle Epoque dove l’elite dominava e rappresentava il punto di riferimento della società, prevalentemente povera, Dilili è un’identità nuova che dona un bagliore di luce che si affaccia totalmente alla libertà e alla speranza, offuscate dalla prima classe e dai malfattori che stanno commettendo ogni giorno sempre più crimini. In questo viaggio interculturale in cui il regista Ocelot vuole proprio unire le “altre culture” alle nostre, è riuscito a coniugare perfettamente l’intento educativo con quello della realtà parigina del tempo. Dilili sembra un personaggio uscito da una fiaba, un racconto fantastico… ma la verità non è questa, bensì tutt’altra… la ragazza ha molte responsabilità da tenere ed alla sua tenera età è già matura abbastanza da affrontare le sfide che la vita le sta mettendo davanti. Non è da tutti infatti decidere di partire, lasciare tutto indietro e andare, e non andare per costruire un futuro o vivere una semplice esperienza, anzi per risolvere il problema che sta mettendo sotto sopra Parigi, nel film ma che nella realtà quotidiana tutto il mondo. Quella di Dimini infatti è un’avventura tosta e sempre sottoposta a pericoli, in quanto si troverà con i suoi amici a dover affrontare una gruppo cattivo di rapinatori di bambine come lei. Proprio questo è il significato profondo e sorprendente del film… uno spirito di solidarietà umana, nello specifico femminile, un senso di protezione, una sorta di richiamo interno spirituale che ci mostra qual è il vero coraggio e quali sono i veri valori della vita: partire, aiutare, salvare e migliorare la vita. Quanti sarebbero disposti a lasciare la loro bella o umile vita e aiutare chi non è stato fortunato come loro?. Ben pochi purtroppo.
Infine non bisogna tralasciare che oltre ad un processo interculturale, nella pelicola di Ocelof, c’è anche il motivo dell’integrazione, sia di razza che di genere, con la quale ci troviamo a combattere ancor’oggi e di cui, continuando così, non ci libereremo mai… . Tuttavia, essendo solo un film d’azione, “Dimini a Parigi”, ha un duplice utilizzo, da una parte è adatto a tutta la famiglia, dall’altra, se vi trovaste in sala solo per accompagnare i vostri figli, sarà bello e al contempo triste, conoscere la storia di questa coraggiosa bambina, portatrice di libertà, che non fa altro che portare in scena situazioni veramente vissute da bambini, bambine e non solo.