Di Davide Perrucci.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha partecipato a nessuna manifestazione per la commemorazione del 25 aprile. E’ stato invece in Sicilia, a Corleone, per sostenere le Forze di Polizia nella lotta alla mafia. La lotta alla criminalità organizzata è importante, ma in questo caso si è trattato solo di un’occasione che ha offerto al ministro dell’Interno la scusa per disertare le celebrazioni della liberazione dal nazifascismo, in un’ottica di devalorizzazione della lotta partigiana e ulteriore normalizzazione delle formazioni politiche di estrema destra, sempre più frequente da parte dell’attuale governo. Salvini ha anche affermato che quello fra comunisti e fascisti sarebbe un derby al quale il ministro non è intenzionato a partecipare.
Eppure, caro ministro, la Resistenza non è stata una partita di calcio, ma un movimento di massa che ha messo fine a due tra i regimi totalitari peggiori che il mondo abbia mai visto: il fascismo italiano e il nazismo tedesco. Certo, ci furono due campi contrapposti. Da una parte le forze del regime fascista, ricostituito da Mussolini a Salò, uno Stato fantoccio nelle mani di Hitler e delle truppe di occupazione naziste che controllavano il Nord Italia. Dall’altra migliaia di uomini e donne che si organizzarono per liberare il Paese.
Ci sono dei “rigurgiti” di questo fascismo latente, possiamo fare degli esempi: un nuovo striscione dopo quello inneggiante a Benito Mussolini a Milano a due passi da piazzale Loreto dagli Irriducibili della Lazio. Il secondo episodio è successo Roma dove Azione Frontale ha appeso, ad una barriera anti-rumore del Grande Raccordo Anulare, tra le uscite Casilina e Romanina, un manifesto con scritto: “25 aprile: il nostro onore. La vostra eterna sconfitta. Noi non abbiamo tradito!”.
Parole pesantissime, come onore, associato a sconfitta, insinuando che in essa ci sia del giusto, del vero, e nulla di sbagliato. Onore dove onore non c’è, poiché azioni tanto disonorevoli non potrebbero essere state compiute. Il commento della sindaca Virginia Raggi con un post che condanna il fatto: “Celebriamo la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. La nostra democrazia è fondata sulla libertà, sui diritti e sull’antifascismo: non dobbiamo mai dimenticarlo. Bisogna contrastare ogni tentativo di cancellare la nostra storia e ogni forma di violenza e di discriminazione”.