Di Ilaria La Rocca.
Il 68% degli studenti non conosce la differenza tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, e questo tipo di ignoranza è dovuta soprattutto al fatto che non hanno letto e studiato la Costituzione Italiana. Ovvio che, esclusi dei casi particolari in cui la legge è l’economia rappresentano una passione, nessun giovane cittadino ha la virtù di studiare per pura cultura personale tutta la costituzione!
La cultura e la conoscenza rappresentano ancora la miglior arma per combattere i sempre più frequenti episodi di inciviltà, di bullismo, di razzismo, di violenza, ed è per questo motivo che l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) ha proposto una raccolta firme a sostegno di una legge finalizzata all’introduzione di una nuova materia scolastica adattata ad ogni ordine e grado, ovvero l’educazione alla cittadinanza. Il 2 Maggio 2019 questa legge, molto voluta anche dal M5S e dalla Lega, è stata approvata dalla Camera con 451 voti favorevoli e solamente 3 astenuti. È una riforma definita “a costo zero” che non prevede né assunzioni né ore scolastiche aggiuntive. Gli aspetti su cui si soffermerà il docente durante l’ora mensile dedicata a questo insegnamento saranno vasti e attuali, per esempio Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, principi di diritto, educazione ambientale, educazione alla legalità, educazione al rispetto e al patrimonio culturale, e soprattutto educazione alla cittadinanza digitale, molto importante attualmente.
Migliorare si può. I studenti sono i “futuri cittadini” e vanno invogliati a conoscere, a sapere. Bisogna dare loro la possibilità di diventare individui coscienziosi, di crescere con dei valori, di essere in grado di partecipare attivamente alla vita politica nel proprio paese.
La scuola è da sempre considerata il luogo principale in cui imparare. Gli individui dal primo momento in cui entrano in un istituto scolastico fino al quinto anno superiore sono, di fatti, sottoposti allo studio di svariate materie, più o meno utili, e alla valutazione costante di quanto recepito e compreso. Ciò che però spesso sfugge è che la scuola non dovrebbe essere solo nozionismo, regole astratte e concetti “antichi”. In una società in continua evoluzione, in cui i bambini a 2/3 sono già in grado di navigare su internet, in cui i ragazzi sono pieni di rabbia nei confronti di chi è diverso, nei confronti delle istituzioni, non sarebbe forse importante studiare chi si è, come è normativamente organizzato il nostro paese, quali sono i diritti e i doveri di ogni cittadino, ciò che è “corretto” fare e cosa invece no.