Di Sara Condrò.E’ cambiato il vento: ma non ha portato tempesta. Quella era stata prevista dai nostalgici, di chi non accetta il nuovo, il diverso, la ripartenza. Nessuno è eterno, tantomeno nel calcio: l’ottavo re di Roma, al secolo Francesco Totti, si era reso conto che la sua corsa era giunta al capolinea. E da “dirigente” lo hanno messo in condizioni di non dirigere. Alla fine ha fatto le valige nell’unico modo che si addice ad un uomo di spettacolo, ad un idolo della piazza che capisce che pure li era calato il sipario: avere dalla sua i suoi fans e dito puntato contro la società. Prevedibile la bufera: ma la Roma è sopravvissuta.
Capitan Futuro, al secolo Daniele De Rossi, ha tentato di ricopiare un copione che non avrebbe mai recitato perché oggettivamente inferiore a Francesco Totti. . Se ne è andato sbattendo la porta in maniera meno elegante e più chiassosa. Ma la Roma per la seconda vota è andata avanti. Gli altri, i vari Manolas, Luca Pellegrini, El Shaarawy hanno recitato l’unico ruolo loro possibile: quello di mercenari. Ma la Roma è andata avanti. Una sorte che l’altro idolo della Roma giallorossa Edin Dzeko stava recitando ma non gli è stato permesso dal braccino troppo corto della proprietà dell’Inter: ed è rimasto volendo farci credere un altro copione. Ma la Roma è andata avanti. “Se una storia non ha fine non ha senso” recita il testo di una canzone italiana. E come ogni storia d’amore che si rispetti ad oggi possiamo dire di aver visto terminare due delle storie più belle che il mondo del calcio ha da presentare, più quella di altri idoli minori.
In un clima di difficoltà, sconforto e perplessità di molti tifosi giallorossi il nuovo direttore sportivo Gianluca Petrachi cerca per quest’anno un allenatore ma nessuno sembrerebbe disposto ad investire su un ‘giocattolo difettoso’, finché un uomo coraggioso, di nome Paulo Fonseca, non decide di prendere le redini della situazione e provare a guarire una Roma malata. Con una partenza lenta (due pareggi consecutivi), la macchina di Fonseca comincia ad ingranare solo alla terza giornata e, minata dagli infortuni, cerca comunque la continuità senza crearsi alibi, guadagnandosi per il momento un terzo posto in campionato e un secondo posto nel girone d’Europa League. I risultati della squadra fanno ben sperare nonostante spesso siano stati condizionati da assurdi errori arbitrali, ma anche da grandi cali di concentrazione che l’allenatore e il direttore sportivo non negano di fronte ai microfoni, come nel caso di Borussia Monchengladbach- Roma, nella quale la squadra ospite subisce gol al 94’.
Complice dunque anche la nuova organizzazione della società, il clima che si respira a Roma è quello di un gruppo rinato, unito e coeso, un ambiente nel quale risuona forte l’idea che la forza del lupo è il branco e la forza del branco è il lupo, e questo branco ci mette sempre la faccia.