Alessio Rotondo. I 3 protagonisti italiani della politica attuale, Conte, Salvini e Giorgia Meloni, hanno duellato lo scorso 2 dicembre in Parlamento, sul caso Mes (più comunemente, fondo salva Stati).
Le attese non sono state smentite e puntualmente si è assistito ad una sfida dialettica, basata per lo più sulla critica personale, sui giudizi umani, senza pensare alla respubblica. La politica italiana, troppo spesso derisa dell’opinione pubblica, continua ad impigliarsi nella rete degli insulti, delle critiche non costruttive, che non permettono la crescita della nostra Italia, ne sul piano economico, ne sul piano culturale. Il Presidente del Consiglio durante il suo intervento, troppo spesso privo di sentimento ed enfasi, ha più volte “rimproverato” Salvini e Giorgia Meloni come in aula di scuola, come se lo snodo politico italiano sia il comportarsi sopra le righe dei due leader di centro destra. Il popolo italiano non accetta più tutto questo. Al di là del credo politico si cerca sempre più spesso un risolutore dei problemi, troppi, presenti in Italia. Prima Berlusconi poi Renzi poi Grillo, poi Salvini poi di nuovo Grillo, forse meglio la Meloni, questo tiki taka elettorale è lo specchio del malcontento generale di quella instabilità economica che il popolo italiano, ormai da troppo tempo, vive.
Ancora una volta, dopo le dichiarazioni del 2 dicembre, si è persa una chiara occasione per dimostrare che il parlamento tutto si può stabilire al centro del popolo, per creare quel collante tra il territorio e le istituzioni. Si è persa un’altra opportunità per dimostrare che la politica non è tutta marcia. Si è persa un’altra opportunità per creare la speranza giusta, nei confronti di chi, troppe volte, ha ascoltatobi problemi reali solo durante la campagna elettorale
Politica: il Mes rinnova le frizioni politiche