Di Concetta De Giorgi Il lavoro questa chimera tanto agognata che dovrebbe rendere autonomi ed indipendenti dalla propria famiglia di origine, dalla quale nella realtà dei fatti non ci si può staccare per poter sopravvivere nella nostra epoca. Sembra facile giudicare per chi già da tempo é nel mondo del lavoro affermando che basta impegnarsi per poter raggiungere la meta.
Allora se tutto è così estremamente semplice perché esistono tante agevolazioni per i giovani e le famiglie vedi: reddito di cittadinanza; opportunità di far ricorso ad aiuti di varie associazioni per nutrirsi e vestirsi ecc.?
Da chiedersi anche quale sia il motivo di tanti giovani in fuga dall’Italia motivazioni principi sono: lo sfuttamento; le tecnologie in alcuni campi ormai obsolete; le richieste di manodopera giovane ma super qualificata, ma senza speranza di un riscatto a livello professionale.
Qualsiasi professione soprattutto quella artigianale sembra essere satura o in via di estinzione, in questo campo specialmente non si riesce a colmare il divario tra: lavoro effettivo, discontinuo, altre volte saltuario; e tasse da pagare troppe e salate,che non tengono conto dell’equilibrio precario di questo campo. Molti artigiani sono costretti a chiudere in quanto ad un prezzo inferiore si può comprare tutto su internet oppure dalla concorrenza delle grandi catene, dove chi fa il prezzo non è la qualità ma la quantità.
Inoltre, la speculazione senza riserve e senza rispetto delle terre e dei mari hanno portato ad un forte inquinamento a tal punto che anche in quei piccoli paesi dove si viveva di agricoltura e pesca, gli abitanti hanno dovuto rivedere il loro modo di vivere ed alcuni casi sono stati costretti ad abbandonare i loro luoghi natii.
La speranza di un anno in cui per alcuni potrebbe avvenire il fatidico riscatto attraverso i tanti posti messi a concorso, sicuramente sono sempre un numero inferiore rispetto a quelli necessari per poter uscire dalla crisi lavorativa che ormai ci attanaglia da anni e che non vede una via di scampo.
Il governo sembra con le parole riuscire a rabbonire la popolazione giovane e meno giovane, ma in realtà in questo momento nessuno più crede nella riuscita ed uscita veritiera e a breve da questo periodo molto buio.
Ciò che si denota é la stanchezza delle false promesse che non portano a nessuna svolta seria tangibile, che fanno invecchiare senza possibilità di vivere con rispetto e serenamente la propria pensione e/o i giovani a dover sopravvivere sulle spalle della propria famiglia fino ad età adulta senza potersi costruire mai una propria = nascite zero.
Quanto ancora questa corda può essere tirata senza che si spezzi inesorabilmente.
Eccoci a sperare che il nuovo anno porti una svolta alla straripante disoccupazione che attanaglia i giovani e meno giovani italiani, la speranza nasce dai tanti bandi di concorsi che dovrebbero svolgersi entro quest’anno.
Si parla di concorsi a cattedra per l’insegnamento sia nella scuola primaria che secondaria di primo grado e nei licei e vari istituti, ora messa a repentaglio dal cambio del ministro dell’Istruzione, concorso tanto atteso sia dai giovani laureati che sperano finalmente di poter mettere in atto ciò che per anni hanno studiato; come anche dagli insegnanti che dopo anni di precariato vedono la possibilità di riscatto con l’agognato posto indeterminato.
Anche il Comune di Roma ha indetto un concorso per insegnanti di scuola dell’Infanzia; come in varie Regioni e Comuni d’Italia sono stati o verrano banditi concorsi che riguardano: profili amministrativi, socio-sanitari, di polizia locale, economici ecc. in quanto molti impiegati hanno ragiunto l’età pensionabile, dunque vi è bisogno di un nuovo rimpasto, ma soprattutto di nuove leve.
Certo la fatica e la tensione di sostenere varie prove per arrivare a quel tanto desiderato posto di lavoro, sperando nella riuscita fa dimenticare gli anni di gavetta, di tirocini sottopagati o per niente pagati, sfruttamento nel lavoro sempre in nero oppure in regola, ma mai per il ruolo ricoperto.
Per non dimenticare quelle persone che invece non più giovani si ritrovano a combattere con l’età, con la poca destrezza nell’uso dei nuovi media o social, che si sentono falliti che si devono riventare, molti non perdendosi d’animo oltre a fare i pony espressi, frequentano corsi serali per ottenere una nuova qualifica e poter avere una chance in più.
È indubbio, non si può affermare che la disoccupazione o l’effettivo impiego a tempo indeterminato o determinato darà una svolta immediata e risolutiva a questo problema ingente che la disoccupazione.
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