Di Stefano Ianieri. Erano scontate: semplicemente per un atto dovuto dalle innumerevoli sconfitte, politiche. Le dimissioni da capo politico per Luigi di Maio arrivano decisamente tardi. per una sconfitta, quella dei 5 stelle, che non è solo politica ma soprattutto morale, di credibilità. Frutto di improvvisazione, impreparazione, dove Luigi Di Maio è parso un pugile che non ne ha azzeccata una: e alla fine ha collezionato talmente tanti ko che l’unico gesto da fare era quello di gettare la spugna.
Elenchiamo brevemente le tappe che hanno evidenziato una gestione fallimentare del Movimento da parte di questo capopolo che con la nobile arte della politica non ha mai avuto a che fare:
-Il governo giallo/verde, con la creazione del contratto di governo, un naufragio voluto dalle contraddizioni del movimento stesso; il cambiamento della strategia alle elezioni Europee 2019 dove si doveva insieme alla Lega ed altre forze politiche creare le basi di un cambiamento e combattere i poteri forti, che chiudono l’Italia in una gabbia d’acciaio; l’alleanza con il nemico assoluto del Movimento il PD; un Conte bis imposto dall’Europa e dalla Chiesa cattolica.
Le elezioni in Umbria che la decisione di unirsi al PD, contro la volontà del movimento, perdendole clamorosamente.
Nel nuovo governo, da vice premier lo hanno emarginato a Ministro degli Esteri; in casa 5 Stelle hanno creato un collegio di coordimento avendo constatato il mediocre spessore politico di Di Maio
Da tempo il movimento era entrato in crisi, con i primi parlamentari che erano usciti dal movimento per il gruppo misto e Lega; con le dimissioni del Ministro della Pubblica Istruzione per denunciare una cattiva manovra finanziaria, dove non avevano destinato un centesimo per la scuola e la ricerca, tamponando in un secondo tempo con una manovra aggiuntiva e la nomina di due nuovi ministri, una all’Istruzione ed uno alla Ricerca.
La domanda che ci poniamo ora, chi sarà il suo successore, ma soprattutto che fine farà il Movimento, visto che ha perso molto in questo frangente storico politico, e sarà capace di risollevarsi riprendendo la retta via che ha smarrito?
La fine del sogno Di Maio, oppure la resa del Movimento?