Di Davide Proietti. È il giorno dopo la tragedia e brucia ancora. Difficile fare il solito articolo: è bello pensare che stavolta sarà una lettera che un qualsiasi ragazzo amante del basket starà cercando di scrivere in un momento così difficile per raccogliere i suoi pensieri e rendere omaggio a chi, senza dubbio, è stato tra le più grandi icone di questo fantastico sport. Quando iniziai a seguire il basket non appena mi iscrissi in terza elementare ad un corso che tenevano nella mia scuola era il 2008 e i Lakers, la squadra che ha accompagnato Kobe durante tutta la sua carriera erano senza dubbio tra le più forti del campionato. Io però, ancora piccolo e appena entrato nel fantastico mondo della pallacanestro mi ero appassionato alla squadra rivale, i Boston Celtics che in quegli anni contendevano il titolo proprio al team di Los Angeles e quindi ciò mi portava a covare un “odio sportivo” verso i gialloviola. Vedevo però che tra le loro file c’era già un affermatissimo ragazzo che aveva una potenza fisica superiore agli altri, che se era nella giornata giusta poteva risparmiare agli avversari anche la fatica di scendere in campo perché non ce ne sarebbe stato per nessuno. Era quindi spontaneo ogni volta davanti alla tv pensare:” un giorno mi piacerebbe tanto diventare come lui”. Perché per chi come me è nato a cavallo tra gli anni 90 e i 2000 era impossibile parlare di pallacanestro senza far riferimento a un’icona come lui. Ho sofferto durante gli anni dei suoi infortuni e ho tirato un sospiro di sollievo misto a malinconia nel giorno del suo ritiro perché era giusto così, era un’icona e meritava di abbandonare come tale. Così come ieri ha lasciato il nostro mondo, sempre da icona. Ahimè il destino non può essere combattuto, bisogna però combattere ogni giorno in vita per dare sempre il meglio e superare i propri limiti e lui l’ha fatto, insieme alla sua piccola bimba che era così legata al papà che ha deciso di accompagnarlo anche nel suo ultimo viaggio. A proposito di destino, penso che alcune volte le carte vengano scoperte e allora le stelle si allineano nelle più importanti coincidenze. Proprio ieri notte infatti la stella attuale dei Lakers, LeBron James ha superato Bryant nei punti totali realizzati in carriera e le sue lacrime all’aeroporto alla notiza della scomparsa di Kobe sono il simbolo di come questa vita regali destini avversi. Mi piace quindi pensare che Kobe abbia lasciato lo scettro di LosAngeles a LeBron che si trova con i Lakers al primo posto nella conference. Sono da anni tifoso del Golden State in particolare per Stephen Curry che ammiro perché come me ha la passione del tiro da tre punti quindi da sempre contro Lebron per il passato ai Cavaliers, acerrimi rivali. Ora però Curry è infortunato da inizio stagione e i miei Golden state non andranno ai play off, spero quindi che James regali a Kobe l’ultimo saluto e vinca l’anello Nba. Sarebbe la giusta chiusura e le stelle in cielo si allinerebbero di nuovo sotto la guida del “Mamba” di Los Angeles Kobe Bryant.
- Autore dell'articolo:Marco Palma
- Articolo pubblicato:27 Gennaio 2020
- Categoria dell'articolo:Sport