Luca Moretta. Il costo dei biglietti cresce a tassi doppi rispetto a quello degli stipendi, anatomia di un problema che attanaglia il calcio moderno.
Guardarsi una partita di pallone è ormai diventato un mestiere nel quale bisogna essere anche piuttosto scaltri per riuscire ad incastrare tutti gli impegni.
Anticipo del venerdì, anticipi del sabato alle 15, alle 18, e alle 20:30. Quello del pranzo della domenica, il posticipo delle 18 infilato tra le tradizionali partite post abbuffata e posticipo serale. E ancora quello del lunedì, poi martedì e mercoledì la Champions League, giovedì l’Europa League e il venerdì ricomincia tutta la tiritera.
Il tutto condito dalle lamentele delle donne in famiglia o in coppia.. In più da quest’anno c’è anche il problema su dove vederle: Sky, Dazn, questioni mercantili per carità, ma così ci fate diventare matti.
Che il calcio si ormai per molti una “malattia” lo sapevamo già, allora per sfuggire a tutto questo chiami i soliti amici e ci si organizza per andare a vedere la partita dal vivo. Ma anche qui c’è un bell’ostacolo.
“Stadio nuovo l’unica cosa che dovete fare è: curva senza anelli ad un prezzo popolare” recitava uno striscione esposto in Curva Sud a Roma in un Aprile di quattro anni fa. Negli ultimi dieci anni i prezzi in in curva, per quanto riguarda l’A.S. Roma, sono aumentati di circa 70 euro. Un singolo biglietto per la Curva Sud in una partita di cartello si aggira sui 45 euro, mentre se sei un ospite, per la stessa partita ne servono 60 euro.
Non poco!. L’esempio più lampante e tragico è rappresentato dalla Juventus: il costo di un abbonamento in curva è arrivato a 595 euro, la banale giustificazione è sempre la stessa: stadio di proprietà e giocatori megagalattici che ogni anno sbarcano a Torino e quant’altro.
Se pensate che la situazione sia drammatica, non avete capito nulla. Un esempio lo si può fare con gli abbonamenti. L’abbonamento in teoria, è una sorta di meccanismo win-win dove la società offre al tifoso di risparmiare qual’ora quest’ultimo avesse l’intenzione di andare a vedere tutte le partite della propria squadra, piuttosto che pagare partita per partita, viene garantito un posto ad un prezzo più conveniente e la società lucrante ha la semi-certezza che il tifoso pagante vada a sostenere la propria squadra. Non viene fatto l’abbonamento, quindi viene alzato il prezzo sul biglietto singolo. Questa è la ratio seguita da molte società italiane.
Un esempio lo abbiamo avuto in Lazio-Inter, gara valevole per l’accesso alla Champions League. Un tagliando nel settore ospiti costava mediamente quindici euro in meno rispetto a quello di un mese fa, questo perchè le società vogliono un certo tipo di pubblico. Uno di quelli che può spendere cifre elevate e che del risultato della partita interessa relativamente poco. Poco pathos e tanto entertainment.
Un altro esempio è Juve-Roma, 65 euro per assistere alla partita dal settore ospiti del’Allianz Stadium, più un altro centinaio per il treno, più vitto e alloggio. Più o meno un totale di 200/250 euro, ed ecco qui che una trasferta si trasforma in un fine settimana a Parigi.
Calcio: il caro biglietti politica contro i giovani.