Di Gemma Gemmiti. Tolleranza. Scommesse improbabili a cominciare con quelle con noi stessi
Se in un rapporto d’amore subentra la tolleranza, siamo (tutti) sul binario sbagliato e abbiamo sicuramente sbagliato stazione.
Salviamo il treno? Ok. Proviamoci. Quali sono i motivi di attrito tra genitori e figli? La distanza di vedute? I diversi obiettivi?
L’incomunicabilità?Chi tollera chi?A fasi alterne, credo.
A giorni alterni, anche.Secondo l’oggetto dell’attrito, pure.
È tutto un parlare di distanze, quando non esiste altra persona al mondo che ci conosce (e ci ama) come la nostra mamma, come il nostro papà. Non esiste altra persona al mondo che ci abbia insegnato a essere figli e poi genitori. E allora questi attriti sono “dolori di crescita” di quelle volte che per la fretta di diventare grandi, ci facciamo male.
Allontanandoci da chi ci ha messo al mondo e forse anche un po’ da noi stessi.Sarà l’adolescenza? Sarà la gioventù o la maturità (dall’altro lato) che avanza?
Non lo so. E questo non è un limite, ma una consapevolezza che deve spingerci a cercare una nuova destinazione, senza bagagli, portando con sé solo il biglietto da obliterare. Liberi, magari un po’, di essere sé stessi. Capaci di creare dialogo dove abita un silenzio irreale, oltre che immotivato, che non fa bene a nessuno.
Il capotreno sta fischiando. Il treno sta per partire. Sei tu a decidere se vuoi salire.