Di Gemma Gemmiti. Il mestiere più difficile del mondo? Quello del genitore.
Contribuire alla costruzione di un individuo nuovo che, pur somigliandoci, è un essere a sé, non è sempre facile, anzi, non lo è mai.
Dubbi interni su come agire nelle diverse situazioni che nel corso della crescita verranno a presentarsi. Dubbi condivisi dai genitori; scelte a volte in contrasto.
Non esistono risposte esatte, ma una serie infinita di variabili che possono verificarsi e che possono persino minare il rapporto tra le coppie.
Quando il “pargolo” in questione è un furbetto, la situazione tende a peggiorare.
Se poi nella famiglia si vive una separazione, spesso i figli diventano l’ennesimo “oggetto” da contendersi, da ingraziarsi.
Nelle migliori situazioni spesso ne approfittano; in altre sono vittime innocenti.
E torniamo alla questione mai risolta della difficoltà dei rapporti umani. Stabilire gli spazi di azione nei quali agire, o quelli attraverso i quali si può far passare l’altro, ammettendo la nostra fallibilità reciproca, il nostro essere imperfetti che non deve farci mai sentire sbagliati.
Nei litigi abbassare i toni, cercare punti di incontro, trovare compromessi vestiti da provvisorie, e salvifiche, soluzioni.
Prima di tutto tra i genitori, adulti, e poi insegnando ai figli come si fa.
Vita dura per i “pargoli” (anche quelli più cresciuti) se si è uniti e se si cammina nella stessa direzione.
Solo una raccomandazione: se qualcuno dovesse restare indietro, ricordiamoci di tendere la mano.
Anche il mestiere del figlio, non è una passeggiata.