Di Giada Cristiani. Le persone trans fanno parte del nostro quotidiano. Il passaggio, o meglio, transizione, per loro non è affatto facile, soprattutto in un paese arretrato – sotto questo punto di vista – come il nostro: le donne o gli uomini devono necessariamente rivolgersi ad uno psichiatra, il quale diagnosticherà loro la distrofia di genere, ovvero un disturbo mentale. In conseguenza di questo possono accedere alla terapia ormonale (estrogeni ed antiandrogeni per diventare donna e testosterone uomo, apportato – se il paziente lo desidera – ad un trattamento estetico chirurgico –, tutto questo a costo del paziente; per quanto riguarda la terapia ormonale, però, l’Italia ha fatto un passo in avanti: il sistema sanitario ha deciso di porgere una mano alle persone trans e dare loro aiuto con i farmaci ormonali. Il danno psicologico ed economico, però, non è finito qui poiché dopo aver cambiato sesso ognuno di loro deve ricorrere ad una modifica di tutti i documenti (tra cui diploma, lauree, passaporti etc..).
Insomma, una persona che non si sente sé stessa deve ancora sopportare soprattutto un peso morale non indifferente, rispetto ad altri paesi dove la cultura del diverso è accetta da anni.
A Malta, come in Danimarca, autorizzano tutto ciò senza riconoscere una malattia psicologica dietro. In India, per l’esattezza nel 2014, la Corte Suprema ha riconosciuto il diritto di auto-riconoscerci senza ricorrere ad interventi chirurgici e ci sono equi accessi al mondo dell’istruzione, del lavoro; in Argentina le leggi sono molto simili come quelle danesi. Infine, in Israele, il trattamento di transizione è del tutto a carico del sistema sanitario pubblico e lo stesso Stato ha rimosso, nel 2013, la voce “sesso” sulle carte d’identità. In Italia purtroppo molto spesso trans equivale ad una vita di mortificazioni che sfociano nella prostituzione
Tutto ciò fa capire quanto da noi ci sia poca integrazione e quanto lo Stato italiano dovrebbe fare qualcosa. Non è giusto che qualcuno debba andare all’estero per eseguire un trattamento di transizione, per sentirsi una persona umana a tutti gli effetti.