Di Angelica Grieco. Il termine Intimate Partner Violence (IPV),letteralmente ‘’Violenza tra partner intimi’’, indica qualsiasi forma di maltrattamento fra partner tra le mura domestiche. La gravidanza è una delle condizioni fisiologiche più ad alto rischio di questo fenomeno (per chi possiede uno storico di violenza di genere) sempre più diffuso: il periodo gestazionale, che per la donna è una fase estremamente delicata, fa crescere nell’uomo violento la paura che la nascita del bambino possa allontanarli o che impegni la donna tanto da trascurarlo. A loro volta, queste sensazioni provocano stress e gelosia che, nel caso dell’IPV, sfociano in violenza, fisica e/o psicologica.
Rese schiave tra le mura domestiche e in stato di isolamento per volere del partner, spesso le vittime si trovano costrette a dover rinunciare alle visite mediche, ad esami e cure prenatali che comportano un grave pericolo sia per il feto che per la donna abusata. Ma se le mancate cure danneggiano fisicamente i due, un’instabile salute mentale reca ugualmente gravi danni: ansia, stress e depressione.
Nello stato depressivo, in cui parliamo di Depressione pre partum, la donna si mostra improvvisamente disattenta alla sua vita e quella del suo bambino, lasciandosi spesso andare a fumo, alcol ed abuso di altre sostanze nocive. Delle ricadute possono ripresentarsi subito dopo la nascita del bambino e sfociare in una Depressione post partum; in questo caso, la violenza precedentemente subita, fa sentire la donna una madre inadatta, incapace di ricoprire tale ruolo e si mostra oppressiva nei confronti del bambino, fino a trasformare le sue emozioni in rabbia ed a utilizzare un linguaggio volgare (spesso caratterizzato da insulti) verso il figlio.
La violenza in gravidanza, quindi, non solo causa gravi conseguenze psicologiche alla vittima, ma anche al bambino stesso che, nel peggiore dei casi, da adulto, assumerà gli stessi atteggiamenti del padre verso il proprio partner. È importante ricordare, per questo, che la gravidanza non solo è un grande atto d’amore, ma anche una grande occasione per salvare sé stesse ed il proprio bambino.