Di Benedetta Berluti. Il cibo è sempre stato un elemento fondamentale della quotidianità del uomo creando attorno a se quell’insieme di usi, costumi e tradizioni che hanno contribuito a consolidare le origini e la storia dei paesi del mondo. Un luogo di puro piacere, un mezzo con il quale scappare dopo una delusione, un mondo misterioso durante l’adolescenza per timore di non essere all’altezza dei canoni imposti dalla società.  Per l’uomo il cibo non è solo una necessità biologica ma anche un tramite per riunire la famiglia, gli amici, trattare affari, un sinonimo di aggregazione, un modo per socializzare e festeggiare.

Basta un lieve e soffice profumo che il naso inventa una via d’ingresso nella memoria, il passato diventa presente: rievocando l’infanzia, un gesto, un viaggio, un colore o un ricordo che arriva senza freno, quasi intimo.

Nei primi del novecento questa sincera percezione veniva esternata da Proust nel suo romanzo celebre “Alla ricerca del tempo perduto”, oggi invece Massimo Pica, uno dei più promettenti pastry chef italiani, classe 1985, di origini salentine, racconta con la sua pasticceria come il cibo possa essere una sorpresa.     Ha sempre avuto una passione per la gastronomia, lavorando inizialmente come cuoco poi come pasticcere, scoprendo per puro caso questo “mondo dolce” ed innamorandosene.    Nonostante le sue origini e il suo amore per i dolci tradizionali della sua terra percepisce un legame particolare con la pasticceria moderna, nella quale trova la possibilità di una maggiore sperimentazione e creatività esprimendosi al meglio                                                                                                         Il suo bisogno di una continua ricerca ai nuovi sapori con una costante attenzione speciale alle sue radici hanno caratterizzato la sua pasticceria e dato vita a uno dei suoi dolci più apprezzati e conosciuti “La Mediterranea”. Un dolce che richiama con i suoi ingredienti (fragola, lime e pistacchio) e il suo colore la bandiera italiana, un vero e proprio omaggio all’Italia. Dunque il cibo come l’arte stupisce, rompe gli schemi, rievoca emozioni e desideri.                                      Infondo la parola arte rispecchia ciò che si vuole che essa sia senza alcun limite.  È pura fantasia.

 

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