Di Marianna Garritano. Dalle star di Hollywood alle giovani studentesse indifese: il tema del ricatto è sempre quello. Dal mondo del cinema una cascata di denunce ha messo alla luce quel lato oscuro che si cela dietro le quinte, sollevando cosi un polverone. Ricatti e abusi sessuali, è questo che deve subire una donna nei luoghi di lavoro. Per fare carriera non basta a volte una mente brillante, il “capo” vuole qualcos’altro in cambio di una promozione. La gravità del fenomeno si accentua quando le donne “acconsentono” a quella volontà imposta dal datore di lavoro, per pura convenienza. Così facendo si spogliano della loro dignità, mettendo da parte la consapevolezza che il ricatto sessuale non è assolutamente lecito! Purtroppo, anche se non sembra, questo fenomeno è profondamente radicato nella società odierna, tale da esser concepito in certi ambienti come una prassi. La sessualità è ricattabile: la donna non è vista come persona ma come merce di scambio. Il ricatto sulla donna è più vicino di quanto ci si possa credere, lo si trova infatti anche dove dovrebbe regnare la tranquillità e la sicurezza: in casa. Più che di costrizione a sfondo sessuale, si parla di intimidazione emotiva alla persona. Il protagonista è il “maschio alpha”, colui che secondo la tradizione ha il ruolo di tenere le redini della famiglia o della coppia, colui che per affermare la propria superiorità si avvale della manipolazione sulla donna. Infatti molte volte accecata dalle lusinghe del compagno, non si accorge che è lentamente messa da parte. Vive nel controllo totale, nello sfruttamento e nella subordinazione ai voleri dell’uomo. “Se non lo fai, non stai più con me” oppure “se non ti sta bene questa cosa, ti saranno allontanati i tuoi figli”,sono queste le minacce personali dirette più comuni. È inevitabile che cresca in lei una condizione di insicurezza, paura e senso di colpa che destabilizzano la vita della donna.
Ma il suo futuro non può essere questo. La donna è artefice del proprio destino e per questo può e deve dire NO al ricatto, altrimenti finirebbe per diventare anch’essa responsabile. Il fenomeno che accade alle donne in quanto donne, non deve essere minimizzato con banali frasi come “stai facendo la vittima”. È fondamentale la tutela e la giustizia di questa violenza di genere.