Di Angelica Grieco. «La violenza di genere è meno visibile, ma distruttiva tanto quanto quella fisica»: sono queste le parole di Federica, operatrice del centro antiviolenza ‘’Be free’’ di Roma, che paragona la violenza psicologica ad una goccia cinese: dopo giorni, porta la vittima ad un totale senso di disorientamento dovuto all’inaspettato comportamento del proprio partner che non si era mai presentato prima.
Tra la violenza di genere, ritroviamo quella di tipo economico: ha l’aspetto di una premura, di un gesto d’amore. È così che s’insedia in una relazione.
«Potrai prenderti più cura di te stessa e della casa», «Non ne abbiamo bisogno». Sono queste le parole che convincono una donna ad abbandonare la propria indipendenza lavorativa e ad accettare di essere economicamente gestita.
Non esiste un vero e proprio campanello d’allarme, come dice Federica, perché i soprusi si presentano di soppiatto: dall’iniziale verifica degli scontrini, alla quantità di denaro spesa, per finire in una vera e propria strategia di controllo.
Ma in cosa consiste questa strategia di controllo? Come detto in precedenza, avviene lentamente, dapprima attraverso confortevoli inviti, poi con aggressività verbale.
«Taci che ti mantengo», «Ti do quei soldi, ma devi farci la spesa»: sono queste le parole subdole che trasportano la vittima facendo nascere in lei un senso di inferiorità ed inadeguatezza, al punto da non provvedere più ai propri bisogni, privandosi di ogni più piccolo desiderio e persino della sua dignità.
Ma come chiarisce Federica, le vittime, che sono solo Donne che si sono trovate a vivere una relazione violenta, sono in grado di superare situazioni simili, di vivere straordinari percorsi e rinascere. Sono in grado di fare tutto, soprattutto riprendersi ciò che loro era stato tolto: la propria autonomia.