Di Emanuele Mignone. Una profonda crisi di governo, dettata dai ritmi incessanti dell’epidemia di Covid-19, sta piegando l’Italia. In questo clima le opposizioni stanno levando la loro voce, pressando il governo per il lacunoso lavoro, fomentando dibattiti sulle dubbie misure di contenimento adottate e contestando l’immobilità stessa di alcune parti. In un paese che soffre e piange le numerose vite spezzate dal virus, l’esecutivo ha contribuito a beffarsi di animi ed umori con norme indecenti e manovre al limite del ridicolo, spingendo così le opposizioni a chiedere non solo nuovi provvedimenti, ma anche elezioni anticipate.
Quasi a distanza di un anno dall’inizio dell’emergenza di Coronavirus, il Premier Conte ha deciso di interpellare le minoranze politiche, chiedendo anche il loro aiuto, instaurando così un tavolo di regia con diversi rappresentanti parlamentari. Questo approccio è stato contestato dai capigruppo del Centrodestra, nonostante avessero sin da subito manifestato la loro disponibilità ad aiutare il governo, non sono mai stati interpellati e ora non hanno intenzione di essere coinvolti in operazioni di collaborazione che potrebbero affondare ulteriormente il Bel Paese. Le opposizioni si schierano continuamente contro le manovre dell’esecutivo e sembrano essere riluttanti verso azioni di cooperazione. Vengono proposti piani di campagna elettorale in cui emerge la pretesa di spiccare, nonostante la mancanza di maggioranza elettorale. Idee dei singoli partiti o della coalizione sono sostenute come salvifiche e vengono presentate come le uniche in grado di risollevare lo Stato, ignorando che non dispongono della maggioranza elettorale.
Nonostante la situazione di emergenza che stiamo vivendo, la minoranza muove frequentemente critiche alle azioni di governo, destabilizzando così l’opinione pubblica. Il senso della rappresentanza politica dovrebbe essere quello di portare a discussione la voce dei cittadini, che in questo momento cerca conforto aiuto e unità. Risulta dunque inconcepibile che in questa fase di crisi la collaborazione tra le forze venga meno per preservare l’interesse di partito.