Di Alison Testa. Samanta, Alessandra, Gloria, Gilberta, Silvana. Nomi scolpiti sulle pagine di cronaca nera. Nomi che si uniscono ai tanti di molte donne uccise in Ciociaria da chi diceva di amarle, da chi avrebbe dovuto proteggerle.
Il bilancio dei femminicidi non accenna a diminuire; la maggioranza delle aggressioni avviene tra le mura domestiche. Nel Frusinate nell’ultimo periodo sono aumentate le richieste di aiuto di giovanissime, addirittura minorenni. Un dato, questo, che emerge anche dagli appelli arrivati al centro del Telefono Rosa Frosinone, dove le donne vittime della violenza di genere, sottolinea la presidente Patrizia Palombo, sono donne italiane nell’80% dei casi, e gli autori sono italiani nel 75% dei casi. In oltre il 90% delle volte chi fa violenza su una donna è un volto amico: o il compagno o un conoscente. Tra le straniere, in Ciociaria, a denunciare più di altre di essere state aggredite sono le romene, che subiscono maltrattamenti, stalking, violenze sessuali e percosse, nel 60% delle volte da parte dell’ex partner.
La presidente del Telefono Rosa Frosinone ribadisce che nulla sta cambiando, poiché non si possono fare le leggi se poi non le si applicano nel giusto modo. Dice che tutto cambierà con una rivoluzione culturale, educando le giovani generazioni a non commettere atti del genere, e non solo, c’è bisogno di formazione a tutti i livelli di età, ma veramente e non sulla carta. Il corso della giustizia ne è un esempio lampante.
La donna non può dipendere dalla “fortuna” di capitare in mano al giudice che conosce ed applica le leggi nel rispetto della norma. La donna non deve essere fortunata nel trovare un carabiniere, un poliziotto, o un medico al pronto soccorso, o un assistente sociale attento alla problematica.
Non si possono aspettare anni per un processo e non possono passare mesi tra un’udienza e l’altra, così come non si può mettere la donna a testimoniare accanto al suo aguzzino in Tribunale. Non si può lasciare la decisione sulla sorte dei figli in mano ad una sola assistente sociale. Queste sono solo alcune delle molte problematiche emerse sul territorio della Ciociaria, ed è grande l’aiuto fornito dal Telefono Rosa Frosinone, in stretta collaborazione con la prefettura, l’amministrazione provinciale, attraverso protocolli d’intesa con amministrazioni locali, enti pubblici e privati del territorio. Lo staff e la presidente Palombo si attivano tempestivamente, per non rimanere a guardare, ma per rispondere alla richiesta d’aiuto. Le vittime, così facendo, vengono prese per mano e ricondotte all’acquisizione della loro dignità di donna.