Di Ludovica Lamboglia. Partita importante per le due squadre quella di questa sera. In palio c’era una grossa fetta di qualificazione per gli ottavi di finale del gruppo F. Tant’è che la Lazio battendo lo Zenit ha conquistato tre punti preziosi rafforzando la seconda posizione in classifica a quota 8 sfiorando gli ottavi.
Ad arbitrare il match come direttore di gara c’era il fischietto inglese: Michael Oliver con assistente al VAR Chris Kavanagh. Un unico precedente quello di Oliver con i biancoazzurri risale al 18 febbraio 2016 che aveva visto il pareggio della compagine nell’andata dei Sedicesimi di finale di Europa League contro il Galatasaray.Questa sera Michael nella quarta giornata di Champions è stato chiamato molto in causa ma seguono due imprecisioni. Durante i 90 minuti di gara fioccano gialli come se fossero gocce di pioggia: ogni fischio era un’ammonizione. L’inglese non lascia passar nulla.
Una macchia però, se non due si verificano nel suo arbitraggio.
Dopo la prima ammonizione di Barrios per una trattenuta su Immobile, segue un calcio di rigore per la Lazio dopo che Barrios ha steso in area il centravanti Ciro. Per il centrocampista dello Zenit poteva starci la seconda ammonizione segnando così l’espulsione, ma Oliver decide di non estrarre il secondo cartellino giallo.
In seguito affiorano molteplici dubbi invece nel contrasto tra Rakitskyy e Muriqi in area ospite, ma Oliver e il VAR lasciano correre non concedendo il secondo rigore “dubbio” per la Lazio. Dunque l’arbitraggio del direttore di gara non è risultato poi così disastroso: puntuale sulla maggior parte dei falli ma da riconoscere le due “sbavature” generose e imprecise dell’inglese.