Di Sara Mercuri. per quanto tempo dovremo continuare a pagare quello che madre natura ogni mese ci ha dato?
Il ciclo mestruale è uno stravolgimento ormonale e quindi anche psicologico, emotivo e fisico che non si esaurisce in pochi giorni ma che accompagna ogni donna per tutto il mese, tutto l’anno, gran parte della sua vita.
Il ciclo è donna, ormoni, voglie, fertilità è tutto ciò che c’è di più vero in una donna.
L’80% di noi donne soffre prima o durante il ciclo mestruale, tra i sintomi più frequenti ci sono irritabilità, ansia, agitazione, insonnia, difficoltà di concentrazione, sonnolenza e depressione.
E ancora mal di schiena, vertigini, palpitazioni, nausea, vomito e cambiamenti dell’appetito, inoltre possono anche comparire acne.
Oltre a questi disturbi abbiamo delle grosse spese legate al ciclo mestruale come la biancheria intima adatta, i medicinali ma soprattutto gli assorbenti.
Ogni donna in media utilizza 12mila assorbenti e quindi circa 3.500 euro spesi in una vita.
Viviamo in una nazione che applica la stessa aliquota IVA a gioielli, alcolici, abbigliamento, tecnologia e assorbenti che sono tassati con l’Iva al 22%, quella per i beni di lusso quando è evidente che il ciclo mestruale è un evento naturale che il governo continua a tassare.
E’ terribilmente ingiusto pagare per qualcosa di essenziale, qualcosa di cui non possiamo fare a meno. Non possiamo scegliere se usare o meno gli assorbenti.
La richiesta di ridurre la tampon tax, in Italia, è stata portata avanti da numerosi politici e movimenti ma sempre rifiutata.
In vari paesi del mondo la tampon tax è stata abbassata o addirittura annullata.
Il Canada, l’Irlanda, le Canarie e l’India, hanno eliminato del tutto questa tassa su assorbenti e coppette mestruali.
In Polonia l’IVA è pari all’8%, In Belgio, Portogallo e Paesi Bassi è al 6%, in Francia al 5,5%, a Cipro e Gran Bretagna al 5%.
Il primo passo in avanti c’è stato in Scozia dove è stata approvata la Period products (free provision) Scotland bill, proposta di legge che obbligherebbe il paese a fornire assorbenti e prodotti sanitari gratis a chiunque ne abbia bisogno, con la speranza che possa essere da esempio per il nostro paese.
L’impossibilità di acquistare assorbenti perché non si hanno soldi a sufficienza ha un nome: period poverty, e non è riservata solo ai paesi poveri.
Siamo stufe della strafottenza con i quali vengono presi in considerazione i problemi quotidiani delle donne.
L’accesso agli assorbenti è una necessità non un lusso.