Di Angelica Grieco. Vitriolage: è questo il nome che si dà alla più vile delle aggressioni: consiste nel gettare una sostanza corrosiva come l’acido solforico o nitrico sul corpo di un’altra persona al fine di sfigurarla.
Generalmente l’aggressore tende a fare un atto del genere dopo un rifiuto o dopo la chiusura di una relazione. La sua donna, così, non potrà mai più essere di nessun altro, neanche di sé stessa.
Un atto di pura codardia, premeditato, vigliacco perché non dà possibilità di difesa.
L’azione dell’acido corrode la pelle, i tessuti e le ossa, cancellando letteralmente il volto della donna che è stata attaccata e che non avrà mai più le sue vere sembianze.
Ad essere corrosa però non è solo la pelle, non sono solo i tessuti, ma anche la psiche: il dolore di un attacco simile non si limita alle dolenze fisiche post operazioni chirurgiche o al bruciore della cute, ma arriva al cuore e alla mente.
Pensieri suicida, depressione e scarsa autostima sono purtroppo un passaggio psicologico inevitabile che segue un evento simile. Guardarsi allo specchio e non riconoscersi, mettere un vestito e non piacersi, ma dover comunque indossare il coraggio e la forza per andare avanti,verso un futuro che si preferirebbe addirittura non avere: è questa la dura realtà di una vittima di vitriolage.
In un intervista, la vittima di questo fenomeno da parte del suo ex fidanzato Gessica Notaro, dice: «Una persona che è capace di farti della violenza psicologica,piuttosto che una persona che ti mette le mani addosso o che mette le mani addosso ad altre persone ed è violento, è la stessa persona che un domani potrà tirarti l’acido, potrà darti fuoco, potrà toglierti la vita. È una questione di tappe.»
La violenza non è una colpa della vittima, ma raccogliere la propria anima e riprendersi dall’abuso è una sua responsabilità: come in ogni articolo, TVGNEWS ricorda che si può sempre uscire da una situazione simile, che se ne deve uscire, che si può rinascere e tornare a vivere.