Di Mirko Vinci. “Quando la vita ti offre una seconda possibilità rendi prezioso ogni momento”. È questo il mantra che “Last Christmas” propone ai suoi spettatori sotto diverse sfumature, che risultano essere parte di un disegno molto più grande. La pellicola, diretta da Paul Feig, è tra le novità più attese del mese di dicembre su Sky cinema e ne è anche la più ambiziosa. Mai giudicare un libro dalla copertina, perché quello che a prima vista può sembrare il classico film natalizio dalle tinte comico romantiche proposto ormai in tutte le salse è in realtà molto di più. La storia si concentra su una giovane ragazza interpretata dall’amata tanto quanto seguita Emilia Clarke, e sulla sua seconda chance alimentata dalla conoscenza di un giovane di bell’aspetto, dopo essere uscita finalmente da un turbine di sventure. Che ci si dimentichi dei clichè, dei lieti fini scontati e dei climi tutti luci colorate e neve: “Last Christmas” è una doccia d’acqua fredda che pone lo spettatore faccia a faccia con quelle che da sempre sono le difficoltà in cui chiunque almeno una volta nella sua vita si è potuto riconoscere. Difficoltà che come si può evincere dal film spaziano dalle difficili situazioni che una famiglia di immigrati deve affrontare, dalla vergogna di vivere il proprio orientamento sessuale alla luce del sole e dalla forza di volontà che serve all’essere umano di rimettersi in piedi dopo la malattia. Sebbene queste tematiche siano decisive e marcanti per la caratterizzazione psicologica della protagonista, non sono il focus principale della pellicola. Come un effetto domino iniziato dal primo minuto del film lo spettatore è trasportato da un avvenimento dopo l’altro. Come a rimettere insieme i pezzi di un puzzle ecco sorgere alla fine di quell’effetto domino una tematica per niente scontata. In un clima come quello natalizio in cui ci si è sempre imposti di essere persone migliori, spesso non ci si rende bene conto di quanto ciò che chi ci sta intorno fa, e che ne siamo consapevoli o meno poco importa, in un modo o nell’altro va ad intaccare nel profondo della nostra persona. Quindi quando ci si alza la mattina del giorno di Natale è bene ricordare che se quel giorno si è voluto provare ad essere migliori, forse sarà stato perché un padre si è spaccato la schiena di lavoro, perché una madre ha messo da parte le proprie aspirazioni o perché una persona che neanche conosciamo ha fatto di tutto per garantirci un’istruzione tale da renderci in questo preciso modo qui, adesso.

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