Di Giulia Capobianco. Lui vuole il meglio. Vuole il meglio per la sua lei, per le sue figlie. Figlie che ormai sono diventate donne. Lui sta in silenzio, se ne sta in un angolo a pensare. Si tratta di un silenzio anomalo, di quelli che in realtà fanno tanto rumore.
Lui vuole il meglio, lo so. Me lo dice con gli occhi, quegli occhi grandi, con una luce intensa, che però ogni tanto si spegne e offusca il colore verde delle pupille. Lui vuole il meglio come del resto anche lei, ci hanno cresciute, ci hanno fatto diventare donne seguendo dei valori impeccabili, che guai a violare. Siamo cresciute con la bellezza delle tradizioni e la poesia dell’infanzia. Siamo cresciute pensando di raggiungere quel meglio che loro volevano. Il meglio nell’istruzione, nella vita. Sommerse di libri per farci innamorare della cultura, tra un quotidiano e l’altro sui mobili di casa, perché “l’informazione è fondamentale”.
Papà vuole il meglio, lo ha sempre detto stando zitto. Non è un gran chiacchierone, ma il corpo vale più di mille parole. Il suo corpo balla, balla pietrificato su un angolo del divano. Quell’angolo è diventato quasi il suo rifugio, nelle pause di lavoro, con una camicia e un maglioncino caldo. Pensa, guarda, studia in silenzio. Studia su come risolvere problemi, studia e pensa a come poterci spingere verso il meglio. Poi guarda ancora, sempre in silenzio, perché quella infima mascherina ha finito per zittirlo ancor di più. Pensa ma non sa come fare. Cosa dovrebbe fare un padre? Un padre che ha inseguito l’arte del suo lavoro con passione, che vuole quel meglio intoccabile per le sue donne…come dovrebbe fare papà per parlare un po’ e dirci che va tutto bene e che un giorno la situazione potrebbe migliorare?
Anche lei è sempre attiva, lavora, si occupa di tutti noi, senza mai fermarsi. Poi c’è il grande pugno di uno zio pronto ad aiutare, aiutare arbitrariamente in ogni momento, annullando se stesso. Tutto questo è lo spettacolo degli occhi di lui che sta in silenzio e non vuole dire che va tutto male. Sta in silenzio e vuole solo scherzare sulla nostra quotidianità. Quotidianità monotona ma preziosa. Dice che è orgoglioso di noi, ma lo dice stando zitto, dice che non è possibile ora fare questo o fare quello. Le sue parole silenziose fanno tanto rumore.
Lui vuole il meglio. Vuole il meglio per la sua lei, per le sue donne, per la sua famiglia. Vede chi aiuta da lontano, osserva dal suo angolo, con la camicia e il maglioncino caldo. Si chiede perché e poi ogni tanto chiude anche gli occhi per la stanchezza. Li chiude ma guarda sempre, e pensa. Lui vuole il meglio, non lo dice, ma io lo so.