Di Valerio Durante. Era dai tempi di Panatta, Barazzutti e Bertolucci, che il tennis italiano non puntava così in alto. Il ritorno in grande spolvero del tennis nostrano passa soprattutto dalle mani dei due top 10, Matteo Berrettini e Jannik Sinner, capaci di riscriverne la storia recente. Il primo, 25 anni, romano, (soprannominato “The Hammer” per l’esplosività del suo servizio e dritto) vanta già una finale a Wimbledon, unico italiano della storia a raggiungerla, nonché due partecipazioni alle Nitto Atp Finals, torneo cui prendono parte solo i migliori 8 tennisti al mondo. In aggiunta, il medesimo Berrettini nel 2021, ha trionfato nel prestigioso torneo del Queen’s. Il tennista romano porta a casa, al termine della gloriosa stagione passata, anche una discreta iniezione di autostima e consapevolezza delle proprie risorse. Viatico prezioso, considerando che Berrettini deve fare spesso i conti con il suo fisico fragile che gli causa diversi infortuni e lo porta in diverse occasioni a dover dosare bene le sue forze. Difatti, in occasione delle ultime Nitto Atp Finals a Torino, davanti ai suoi tifosi, è stato costretto con immenso dispiacere a ritirarsi nel corso del match, dopo un primo set logorante giocato ad alti livelli contro il tedesco Sasha Zverev, proprio a causa delle sue condizioni fisiche. Il 2021 è anche l’anno dell’ascesa di un altro grande tennista italiano, Jannik Sinner, uno dei più talentuosi a livello mondiale. A soli 20 anni vanta una partecipazione alla finale Masters 1000 di Miami, oltre al 10 posto nel ranking ATP. Con queste due nuove leve, l’Italia sogna di riportare a casa la Coppa DAVIS, il più importante torneo a squadre nazionali del tennis maschile, della cui vittoria l’Italia è orfana dal lontano 1976. E i sogni di gloria dell’Italia tennistica sembrano assumere concretezza se si pensa che la compagine azzurra comprende anche altri tennisti di spessore come il N.21 al mondo Lorenzo Sonego, il più esperto Fabio Fognini e la giovane promessa Lorenzo Musetti. Con questa compagine, per l’Italia, l’imperativo è sognare.