Di Mirko Vinci. “Andare al cinema fa bene alla salute, lo dice la scienza”. Impegni, preoccupazioni e doveri hanno da sempre caratterizzato la quotidianità di tutti; ma quando a ciò si unisce una stabilità emotiva fortemente minata dal cupo periodo
sanitario che ha portato con sé una serie di importanti limitazioni ed un momento
storico attuale e futuro alquanto delicato, rifugiarsi con la mente in una safe zone
appare un bisogno più che naturale. Le safe zone non sono luoghi qualsiasi, bensì dei
momenti in cui ritrovare se stessi e quella serenità che ci accomuna gentilmente alla
scoperta dell’altro, del suo mondo e di tutte quelle cose a cui magari si smette
gradualmente senza rendersene conto di prestare attenzione. Nei cinema si è
proiettati nelle storie, che smettono di essere tali per divenire con il passare dei
minuti una cosa sola col vissuto del pubblico: dai valori che la pellicola comunica, dalle
storie e dai personaggi che appassionano e dalla felicità nel condividere quel magico
momento con qualcuno. Cercare di riuscire in questo compito un tempo così
spontaneo, è oggi assai più difficile per le barriere che inevitabilmente si sono
costruite intorno alla mente per un bisogno di protezione. Per iniziare questo viaggio
i cinema propongono “Licorice Pizza”, film di Thomas Anderson, ed esempio per
eccellenza di una pellicola la cui essenza non è la storia, ma la forma. Una forma che
trascina e avvolge in quella che è l’età dell’innocenza, un qualcosa di cui oggi si ha
disperatamente bisogno. Il piccolo capolavoro di Anderson è come se ricomponesse
quel senso di smarrimento che si prova oggi giorno a vivere la vita, spesso le cose
accadono, spesso ci si chiede il perché, ma non sempre una risposta appare così
evidente. “Moonfall”, film di Roland Emmerich, è la metafora schiacciante della paura
della sconfitta, della perdita, della morte: di tutte quelle cose che ora come non mai
sono presenti nella testa di tutti e che faticano ad andarsene via. La metafora della
lotta, dove un eroe può essere chiunque decida di prendere una posizione nei
confronti della minaccia, di qualsiasi tipo essa sia. Riccardo Milani propone invece una
commedia, “Corro da te”, dove bilancia alla perfezione la risata ed il sentimento. La
disabilità, tema portante di questa pellicola, è uno di quei temi che a volte si tende a
prendere sottogamba: non c’è ritorno più bello al mondo delle emozioni del cinema
che vedere un ostacolo della vita come punto di forza, crescita, ispirazione e di amore.
In fin dei conti, è proprio quello di cui si ha bisogno oggi.
SPETTACOLO/ Cinema: CERCHIAMO LA NOSTRA “SAF ZONE”