Di Simone Ferri. Leggere la prospettiva della persona che abbiamo davanti non significa esserne il riflesso. Per conoscere meglio il proprio io è necessario guardarsi allo specchio e mettersi a nudo, per poter stare bene con sé stessi.
La prima protagonista di questo processo si chiama Arianna Del Giaccio, meglio conosciuta come Ariete, una giovanissima cantante romana entrata di diritto nel circuito indie del panorama musicale italiano. È una delle artiste più rivoluzionarie del nuovo millennio, utilizza la musica come la via d’espressione più efficace e concreta.
La passione per la scrittura porta i suoi testi ad avere la capacità di creare atmosfere intime e senza filtri, che rimandano a sensazioni immediate e spontanee. La sua penna e la sua voce hanno come bersaglio il cuore di chi ascolta, e tolgono dalla bocca tutte quelle parole che erano rimaste sulla punta della lingua in attesa di trovare spazio per uno sfogo; questo metodo di divulgazione fa parte del suo DNA, ovvero il coraggio di cantare la verità senza fronzoli.
Il suo primo disco si chiama appunto “Specchio” ed è il manifesto della generazione Z del pop italiano.
Semplicità e sincerità sono la colonna portante di questo progetto e soprattutto il filo conduttore dei brani, di impronta malinconia e nostalgica.
I racconti sono costruiti su dei pezzettini di una giovane quotidianità distratta e svogliata; fogli bianchi riempiti da emozioni forti, a testimonianza di una gioventù che sente l’esigenza di comunicare in modo diretto e trasparente.
Le 11 tracce presenti, brevi ma incisive, portano una ventata di originalità e d’aria pura.
Ariete tocca le corde più profonde e segrete dell’anima, scavando affondo nella personalità di ognuno, evocando spesso immagini simboliche. In questo percorso il suo atteggiamento si mostra più consapevole e maturo, una vera presa di coscienza della propria identità.
L’album rappresenta un viaggio introspettivo e lascia una finestra aperta su sé stessi, con l’obiettivo di scoprire una persona senza diventarne il riflesso.