Di Davide Schiavone. È un dato di fatto, quando l’Europa chiama, la Roma risponde presente. Lo testimonia il raggiungimento di tre semifinali europee in cinque stagioni, riuscendo a qualificarsi tra le prime quattro di ogni competizione internazionale, come mai successo ad un’altra squadra italiana da cinque anni a questa parte. Prima la fantastica rimonta in Champions col Barcellona, poi il passaggio del turno con l’Ajax di Ten Hag in Europa League e infine la vittoria del duello con il Bodø/Glimt durato ben quattro partite in Conference League. Bisogna riconoscere anche il ridimensionamento del percorso giallorosso, che li ha visti “retrocedere” dalla prima alla terza competizione continentale nell’arco di pochi anni, ma il cammino europeo sembra essere una garanzia già da qualche stagione. Il prestigio internazionale del marchio A.S. Roma sta crescendo di anno in anno. Lo dimostra il Ranking Uefa, dove i giallorossi occupano l’undicesima posizione, soltanto dietro le più grandi potenze del calcio europeo. Dunque entra nel vivo la fase finale della prima edizione di questa nuova coppa, che fino ad ora ha proposto alla squadra di Mourinho avversarie modeste ma da non sottovalutare, come dimostrato dallo stesso Bodø/Glimt. Quest’anno potrebbe arrivare la consacrazione continentale per i capitolini che, complice l’arrivo in panchina di un allenatore che fa delle coppe europee il suo habitat naturale, dovranno affrontare in semifinale di Conference League gli inglesi del Leicester, famosi ai più per la storica conquista della Premier League nella stagione 2015/2016 guidati dal romano e romanista Claudio Ranieri.
Il tifo romanista attende con ansia questa semifinale per sperare nella vittoria di un trofeo internazionale che manca dai tempi del 1961 con il successo nella Coppa delle Fiere (non riconosciuta ufficialmente dall’UEFA) proprio contro un’inglese, il Birmingham City. Almeno altre due partite per dimostrare che il palcoscenico europeo può accogliere definitivamente la Roma tra i suoi attori protagonisti.