Di Giulia Sbardella. Si chiamava Anastasiia Alashri, la 23enne ucraina uccisa a coltellate a Fano. Era arrivata in Italia a Marzo, in fuga dalla guerra, con il marito e il figlio di soli 3 anni. Tutto il comune di Fano è scioccato da quando è stata appresa la notizia della morte di Anastasiia, laureata in musica, maestra nella scuola musicale Bramucci dell’Age Fano e cameriera nell’Osteria dalla Peppa.
A dare l’allarme è stato un amico di Anastasiia, il quale non avendo più sue notizie da un po’, ha subito avvertito le forze dell’ordine.
“L’ho uccisa, poi sono tornato a consegnare dolci”. Dice che voleva accoltellarlo e che l’ha uccisa per difendersi. Questa è la sintesi del racconto di Moustafa Alashri, 42 anni, egiziano, comunemente conosciuto da tutti come il marito di Anastasiia, gettata in un dirupo nella campagne di Fano. L’uomo è stato arrestato e richiuso nel carcere di Bologna. All’inizio ha ammesso tutto, ma in un secondo momento ha cercato un modo per attenuare la sua colpa, che non nega ma attenua.
“Sono scioccato”, ripete Luca Ferretti, direttore della scuola musicale Bramucci. Racconta che Anastasiia era super felice di questo lavoro e di insegnare musica ai bambini. Una situazione, effettivamente, che non faceva immaginare a nessuno un epilogo così tanto tragico. Il comando provinciale dei carabinieri ricostruisce gli ultimi mesi della vittima e arriva al punto di scoprire che la ragazza aveva manifestato la volontà di separarsi dal marito, a causa della conflittualità di quel rapporto.
Tutti i colleghi e le persone che conoscevano Anastasiia non possono credere che lei non ci sia più e urlano a gran voce che ogni suo gesto e emozione rimarranno impressi nei loro cuori per sempre.
Anastasiia, oltre a lasciare tutte le persone con le quali ha legato da quando è arrivata in Italia, lascia la persona più importante fra tutte, la sua ragione di vita, suo figlio.
Non c’è dolore peggiore di perdere una madre e soprattutto di non poter crescere insieme a lei.
Noi di Tvgnews siamo sconcertati da questo evento atroce e auguriamo a questo bimbo di essere sereno un domani, senza dimenticare, però, il bene che sicuramente gli voleva, gli vuole e gli vorrà la sua mamma e chiediamo soprattutto giustizia per questa donna, l’ennesima vittima di femminicidio, l’ennesima persona spogliata di dignità.