Di Ludovica Lamboglia. Unico, forse questo può essere un aggettivo che possa descrivere a pieno il corso di Giornalismo Televisivo. Il perché viene suddiviso in tanti aspetti per cui ho dato questo attributo al corso d’insegnamento del Professor Marco Palma. Si ha sempre la sensazione di imparare qualcosa di nuovo, ci si catapulta in una realtà spesso scomoda a noi ma davvero pregevole per la nostra formazione. Non appena si varca la T33 ci si immerge in molte storie che in qualche modo lasciano in te un segno indelebile, ti colorano l’animo. Questo corso in particolare credo che non abbia eguali, fa uscire la vera persona che c’è in te e ti aiuta giorno dopo giorno a rendere forte e ben strutturato il tuo sogno. Si parte, si cammina insieme, ci si scopre, ci si mette la propria faccia. Tutto ciò permette al singolo studente di entrare nel cuore dell’insegnamento e proprio per questo dire che è unico nella sua unicità è davvero poco. Non solo il corso permetterà di scoprire nuove storie che un giornalista di vita riesce a fare sue ma che nel contempo deve riuscire ad entrare nel nucleo del problema. Viene anche rafforzato il pensiero che nella vita non bisogna mai mollare l’osso, non darsi mai per perduti. Combattere fino alla fine, cogliere l’attimo e non farsi mai ingannare dai contrattempi. Queste sono alcune delle molte categorie che riescono a far comprendere a qualsiasi studente la grandezza che c’è in ognuno di loro. Questo corso in particolare mi ha travolto l’animo, mi ha aiutato a scoprire tanti lati di me che neanche io riuscivo a far emergere. Sono cresciuta, ho iniziato a riflettere ed analizzare maggiormente i problemi con un’ottica diversa, forse più matura. Tutto questo ci rende vivi, ti rende vivo. Il corso di Giornalismo Televisivo è esattamente un viaggio dentro se stessi, nelle vite altrui, e tutto ciò è solo grazie all’insegnamento del docente che permette tutto questo. Ti scoprirai, ti ritroverai, imparerai ad apprezzarti e a vedere il mondo con un’ottica diversa. Non resta dunque che partire perché chi si ferma, è già perduto.
