Di Giorgia Potenza.
Un gesto che sembra involontario forse, ma che a quanto sembra, serbava rancori passati, tanto da farci andare di mezzo una vita innocente. Purtroppo non sono realtà che risalgono a 100 anni fa, ma le viviamo tutti i giorni: spezzare una vita di 18 anni è ingiusto, perché questo è il fiore dell’età dove una persona inizia a capire chi è veramente. sogni infranti di una vita a malapena iniziata di un giovane, anche se al telegiornale se ne sentono di ogni, perciò siamo “abituati”. ma di fronte alla morte di un ragazzo non ci si può abituare, che sia stato “accidentale” o ancor peggio “per mano di altri”. quando una vita scompare accidentalmente, non si sa a chi affiliare la colpa, ci si dispera, ma in sostanza non si può far nulla di concreto per colmare quel dolore; ma se una vita viene spezzata per mano di altri o peggio ancora per rancori passati, allora è qua che il dolore diventa ancor più forte, tanto da bramare vendetta, affinché l’altro possa soffrire ancora di più. questo discorso inerente alla scomparsa di Francesco, a Mergellina, per mano di vecchie conoscenze del padre con la mafia, anche se tutto è stato ritenuto un terribile “errore”. La parola “errore” accanto alla parola “morte” assume una notazione superficiale, come se per sbaglio fosse stata cancellata una vita, come se fossimo solo di passaggio e non fondamentali per qualcuno. E’ assurdo come ancora oggi, esista ancora l’organizzazione mafiosa, che da sempre ha fatto soffrire e ancora fa soffrire molte famiglie. com’è facile cancellare l’esistenza di qualcuno e far finta che non sia successo niente.