Di Luca Borgogno.
Dopo la delusione per la mancata qualificazione ai mondiali di Russia 2018, l’Italia calcistica aveva deciso di azzerare tutto e ripartire da zero. Dimissioni per l’ex allenatore Giampiero Ventura ma anche per il Presidente della FIGC Tavecchio. “Un qualcosa del genere non potrà più accadere”, questo era il mantra che si è andato ripetuto per l’intera penisola a seguito di quel grande fallimento. E così la scelta forte di un rinnovamento: nomina a ct per Roberto Mancini con la grande volontà di aprire un nuovo ciclo con il maggior coinvolgimento possibile dei giovani. E va detto che l’ex allenatore dell’Inter si è rimboccato per bene le maniche, riuscendo a riportare quell’entusiasmo della gente intorno agli Azzurri come non lo si vedeva da tanto, troppo tempo. L’occasione di un Europeo giocato in parte in casa ha trasformato quell’entusiasmo in un grande trionfo che mancava da più di cinquant’anni, più precisamente dal 1968, culminato con la grande vittoria in finale ai rigori contro l’Inghilterra nella notte di Wembley. Gli italiani sono così potuti tornare in piazza tutti assieme per festeggiare, mettendo almeno per una notte da parte ogni rivalità calcistica e cantando sulle note di “Un’estate italiana” di Gianna Nannini. Trascorsi i giusti festeggiamenti lo sguardo si è rivolto al Mondiale del 2022 in Qatar, il primo della storia che si sarebbe disputato in inverno, con la possibilità di poter tornare ad essere ambiziosi come non lo si era dal 2006, ultimo mondiale azzurro che ha visto susseguirsi in ordine due eliminazioni ai gironi e una mancata qualificazione. Eppure un girone di qualificazione con alcuni svarioni sono costati il primato del girone stesso conquistato dalla Svizzera, con gli Azzurri catapultati nell’inferno dei play-off, composto da una semifinale con eventuale finale contro il temutissimo Portogallo. Ma non è servito scontrarsi contro la compagine guidata da Cr7 al suo probabile ultimo mondiale, poiché la semifinale in casa contro la Macedonia del Nord ha riservato una serata nerissima agli italiani, gelati dal gol nel finale di Nestorovski che ha sancito lo 0-1 finale. E rieccoci ancora una volta fuori da un mondiale. Un qualcosa di impensabile per la seconda nazione più titolata della più grande competizione sportiva al mondo. Ri-iniziano i processi, le richieste di dimissioni, le critiche all’intero movimento, le quali hanno portato molti a una riflessione: “L’Europeo vinto era stata solo un’illusione? Il sistema calcistico italiano è ancora allo sbando e arretrato al cospetto di tutte le altre grandi nazioni? “. Alla fine si è deciso di non cambiare nulla, considerando come un incidente di percorso il secondo mondiale sfumato e puntando forte su mister Mancini. Il nostro ct non ha voluto cambiare registro e ha confermato il rinnovamento generazionale trasformando completamente quella che era la concezione della Nazionale, adesso non più come un traguardo sudato con l’esperienza sul campo ma piuttosto come un vivaio che vede i giovani anche con poche presenze nei campionati di club come punto fermo del gruppo. Non tutti stanno apprezzando quanto messo in atto e di certo la sconfitta recente contro l’Inghilterra nelle nuove qualificazioni agli europei non ha aiutato, ma solo puntando forte su questo progetto e portandolo fino in fondo sapremo chi avrà ragione. La speranza è quella di poter tornare a festeggiare di nuovo tutti insieme, a partire dagli Europei in Germania dell’estate 2024.