Di Martina Datti.
Il ciclo mestruale accompagna la donna per circa 40 anni, inizia intorno ai 12 anni per terminare più o meno dopo i 50 anni.
Le mestruazioni non comportano solo la perdita di sangue ma anche dolori fortissimi, gonfiore, crampi e tanti altri effetti che in alcuni casi possono diventare invalidanti per una donna, oltre al fatto che ci sono molte donne che soffrono anche di patologie legate al ciclo mestruale come l’endometriosi.
Viene quindi naturale chiedersi perché non viene fatto niente per aiutarle ad affrontare questi problemi, in quanto non si tratta di qualcosa che la donna sceglie di avere.
La risposta è semplice: ancora oggi il ciclo mestruale costituisce un tabù, qualcosa che bisogna tenere nascosto, di cui non bisogna parlare in pubblico perché considerato imbarazzante, tanto che molto spesso per non nominarlo viene chiamato usando altri nomi come “le mie cose”, “mar rosso” e tanti altri nomignoli, oltre al fatto che ancora oggi si pensa che se si ha le mestruazioni non si possono fare moltissime cose come ad esempio uscire, fare la doccia o cucinare determinati piatti.
Ma invece di considerarle come qualcosa di sbagliato da tenere nascosto, bisogna capire che si tratta di qualcosa di naturale e cercare di impegnarsi per aiutare le donne. Tra questi aiuti uno fondamentale è il congedo mestruale che dovrebbe essere considerato un diritto delle donne e invece non è ancora stato legalmente riconosciuto. Si tratta della possibilità per le donne lavoratrici, ma anche per le studentesse, presentando un certificato medico, di ottenere un congedo di alcuni giorni al mese ricevendo comunque per quanto riguarda le donne lavoratrici la retribuzione che gli spetta. Questo congedo, nonostante non sia riconosciuto legalmente, inizia ad essere adottato in alcune aziende come Omersani in provincia di Venezia che prevede un giorno al mese di assenza retribuita per tutte le dipendenti che soffrono di ciclo mestruale doloroso senza il bisogno di permessi o certificati medici; ma anche in alcune scuole come il liceo di Ravenna dove le studentesse che soffrono di dismenorrea presentando un certificato medico potranno assentarsi per due giorni al mese che non verranno quindi considerati come delle assenze.
Lo scorso 21 febbraio è stato presentato un disegno di legge alla camera dall’alleanza Verdi Sinistra, che prevede la possibilità di assentarsi massimo per due giorni al mese da scuola per chi presenta un certificato medico ad inizio anno, senza che questi vengano considerati come giorni di assenza, la stessa cosa vale per il lavoro e le dipendenti con qualsiasi contratto, anche in questo per le donne che soffrono di dolori legati al ciclo presentando un certificato medico all’inizio dell’anno potranno assentarsi per due giorni al mese e ricevere comunque la retribuzione che gli spetta. Inoltre, questa proposta di legge prevede anche la possibilità di avere accesso gratuito ai contraccettivi. Ma non si tratta della prima volta che viene presentata una proposta del genere; infatti, era stata già presentata nel 2016 ma non è stata approvata.
Questo perché ci troviamo ancora in una società molto maschilista, dove le donne vengono sottovalutate, considerate deboli, il ciclo mestruale non viene considerato un problema anzi si pensa che siano loro ad esagerare.
Ma se fosse il contrario, se fossero gli uomini ad avere le mestruazioni? A quest’ora sarebbero stati presi già provvedimenti per aiutarli ad affrontare questo problema e il congedo mestruale allora verrebbe considerato come un diritto inalienabile.