Di Marialisa Boccia. Nonostante le scelte della vita possano portare a conseguenze ben diverse tra loro, ci sono sentimenti e ideali che perdurano a prescindere dalla versione di mondo a cui si appartiene. Ecco uno dei tanti pensieri che suscita Everything Everywhere All at Once, film vincitore di molti premi, tra cui “miglior film” agli Oscar 2023.
Il lungometraggio racconta la vita di Evelyn Wang, e anche grazie all’escamotage fantascientifico degli universi paralleli riesce a fornire molti spunti di riflessione. È una commedia che dietro ai colori, agli effetti speciali e alla risata nasconde temi più profondi e controversi, quali ad esempio l’insoddisfazione di sé e della vita che si conduce, il rapporto difficile tra genitori e figli e la conseguente pressione che l’adolescente sente di dover essere sempre all’altezza degli standard imposti dagli adulti (anche la protagonista, benché sia una donna matura e con una vita tutta sua, subisce questa volontà di non deludere il padre). Uno dei sentimenti fondamentali che porta avanti tutta l’azione è l’amore incondizionato di Evelyn per la figlia.
L’aspetto più interessante è quello degli altri mondi che si creano nel momento stesso in cui la protagonista prende una scelta importante. È qui che gli spettatori risultano appagati riguardo al loro desiderio di rispondere ad un quesito che prima o poi attanaglia tutti: “come sarebbe andata se…”. Il film mostra chiaramente che sì, a decisioni diverse corrispondono conseguenze diverse, ma in qualsiasi caso niente è mai facile, e si presenterebbero comunque difficoltà e problemi. In nessun universo è tutto rose e fiori.