Di Luca De Lellis e Fabio Rosso. Sembra essere un calvario senza fine quello di Matteo Berrettini, che subisce l’ennesimo infortunio agli addominali obliqui che lo costringerà a saltare, per il secondo anno consecutivo, gli Internazionali d’Italia a Roma (Masters 1000), proprio nella sua città. Un torneo su cui il tennista italiano contava per ricominciare la sua risalita dall’ennesimo infortunio e, sicuramente, per smentire le voci che attribuirebbero i suoi ultimi pessimi risultati a presunte distrazioni.
Agli occhi incuriositi, e più spesso sospettosi, dell’appassionato sorge una domanda spontanea: che fine ha fatto quel Matteo Berrettini che dopo la finale di Wimbledon 2021 persa con l’indomabile Djokovic si issava alla posizione numero 8 del mondo e che, dopo la semifinale conquistata agli Australian Open del 2022, raggiungeva il suo best ranking alla numero 6? Matteo sembra essersi perso. E ora, a causa dell’ennesimo infortunio
Il tennis sa essere uno sport logorante e il suo fisico sta pian piano cedendo, con qualche annetto di anticipo sul calendario, dato che parliamo di un ragazzo nato nel 1996. La mano, il piede e, soprattutto, gli addominali. Che l’avevano già abbandonato durante le Atp Finals di Torino del 2021 e che, nel recente torneo di Montecarlo 2023, quando Berrettini stava riacquisendo confidenza con il proprio gioco dopo un inizio anno da incubo, hanno ricominciato a fare capricci. Le continue defezioni gli hanno fatto perdere quelle certezze che si era conquistato con il sudore e il sacrificio. E il crollo mentale è visibile a occhio nudo, specie dopo quel rovescio spedito malamente in mezzo alla rete sul match point a proprio favore nel primo turno del primo Slam dell’anno in Australia. Da lì è cominciata la rimonta di un eroico Andy Murray e il parallelo declino di Berrettini. Che ora è scivolato alla posizione numero 21 del ranking Atp, e rischia anche di saltare il Rolland Garros.
Poi c’è tutto il resto, sostengono i detrattori. Troppe le distrazioni: le tante pubblicità, l’essere diventato ormai una celebrità televisiva. La nuova relazione con Melissa Satta, additata spesso e senza comprensibili motivi come una sorta di prosciugatrice di talenti sportivi. Molti si sono già scordati di quello che Matteo ha rappresentato nel movimento nazionale in così poco tempo. A 27 anni è già il terzo tennista italiano con più titoli nell’era Open: sette. Di più solo Panatta e Fognini. Sull’erba nessuno come lui. Ma nei commenti dei soliti giudici seriali da tastiera sotto il suo post di rinuncia al torneo di Roma non c’è spazio per la riconoscenza. “Ha fatto il suo tempo. Non vincerà più niente. La Satta le mangerà un sacco di soldi e lui inizierà a fare reality”, è la sentenza di un utente. E ancora: “Dopo la finale di Wimbledon pensava di essere arrivato. Meglio che si ritiri… Sinner è più forte e ha più testa”. E se ne potrebbero citare molti altri………