Di Fabio Rosso. Altro atto discriminatorio contro un giocatore, altro atto discriminatorio contro Vinicius ed altro atto razziale nel mondo del calcio, non se ne può più.
Domenica pomeriggio il calciatore del Real Madrid, Vinicius “Vini” Junior è stato vittima di attacchi razzisti durante la partita tra Valencia e Real Madrid valida per la 35esima giornata della Liga. Nel secondo tempo una parte del pubblico dello stadio Mestalla di Valencia ha iniziato a inveire contro il brasiliano chiamandolo “mono” (scimmia). Il calciatore poi ha minacciato di lasciare il campo, dopo che l’arbitro ha sospeso per almeno 10 minuti la partita. Viene infine espulso, dopo un consulto col VAR, negli ultimi minuti della partita dopo una rissa.
L’ennesima battaglia personale di Vinicius Junior contro il razzismo ha accesso un segnale d’allarme che deve essere ascoltato dal calcio spagnolo (e non solo). Dico l’ennesima perché, purtroppo, non è la prima volta che l’ala brasiliana viene bersagliato da insulti razzisti (è già successo a Valladolid, a Madrid contro l’Atletico, a Maiorca, a Barcellona ed infine a Valencia).
Tutto ciò è assurdo, come è assurdo che quasi alla metà del XXI secolo vediamo il pregiudizio razziale prendere forza in diversi stadi di calcio in Europa (e non solo negli stadi). Non è giusto che un ragazzo che non ha fatto nulla di male a nessuno venga offeso ed insultato in modo così pesante in ogni stadio che frequenta; inoltre il calciatore non si sentirebbe supportato in una battaglia complicata come questa che si sente di vivere da solo, in quanto la Liga non ha mai voluto affrontare veramente la situazione e non ha mai preso provvedimenti seri.
Il caso Vinicius ha scosso la Spagna e tutto il mondo del calcio, in quanto ha avuto un “successo” mediatico non indifferente:
Il Real Madrid ha presentato una denuncia presso la procura spagnola per reati di odio e discriminazione nei confronti del giocatore;
Lunedì per un’ora la statua del Cristo Redentore di Rio de Janeiro è rimasta spenta in segno di solidarietà con il calciatore brasiliano del Real Madrid;
Il principale quotidiano sportivo spagnolo “Marca” apre la sua edizione con un duro editoriale nel quale chiede alle istituzioni di adottare misure più severe e di rivedere i protocolli legati a episodi del genere: “Non siamo un Paese razzista, ma dobbiamo diventare un Paese antirazzista”.
Intanto sette persone sono state arrestate dalla polizia spagnola: tre in quanto responsabili degli insulti razzisti contro l’attaccante brasiliano durante la partita contro il Valencia. Le altre quattro, invece, sono state fermate per aver impiccato a un ponte un manichino con la maglia del brasiliano lo scorso gennaio a Madrid.
L’allenatore del Real Madrid, Carlo Ancelotti, è totalmente infuriato con la Liga e afferma: “Il campionato spagnolo ha un problema, e non è Vinicius. Vinicius è la vittima. E il problema è molto grave. Non c’è granché da dire. Sono molto triste perché non mi era mai capitato. Non avrei mai pensato di vedere espulso un giocatore perché insultato”.
Pertanto, il caso Vinicius è uno dei tantissimi casi di razzismo che sono ancora presenti (vedi Lukaku e Vlahovic in Italia) ed è una cosa che deve davvero far riflettere, ma soprattutto che deve cambiare assolutamente, applicando dei protocolli rigorosi e severi. È inaccettabile.