Di Valeria Pacifico. Nell’antica Grecia il tempo era distinto tra Chronos, ovvero lo scorrere dei minuti, e Kairos, il tempo qualitativo, il momento giusto per qualcosa. La prospettiva greca era, piuttosto che un costante correre verso il futuro, un vivere nella quotidianità agendo consapevolmente.

 

Inevitabilmente, nella società globalizzata, Chronos ha battuto Kairos. L’ha battuto anche nel campo della moda, diventando sovrano del fast fashion, quella macchina ultra-produttiva che nel giro di poche settimane butta sul mercato nuove “collezioni”; collezioni che con la stessa velocità con la quale sono state prodotte, passeranno di moda.

 

 

 

 

Nell’arte si affianca al tempo un altro elemento importantissimo: la istoria (la storia). È in lei che risiede l’evoluzione del domani, perché in essa Chronos e Kairos s’incontrano facendo sì che il presente, rivalutando il passato, scopra il futuro: Virgilio che scrive la sua Eneide sulla base dell’epica greca, Canova che scolpisce Amore e Psiche traendo spunto da un affresco di epoca imperiale…

 

 

 

Nel suo tempo “che è stato”, la moda si reinventa. Fashion trends always come back, si dice: pantaloni a zampa, vita bassa, frange, sono elementi facilmente ricollegabili al passato, ma il comeback migliore è quello che non si fa notare, quello che si rimodella secondo i nuovi canoni e si nasconde silente in piccoli particolari.

 

Così, negli anni Novanta, Karl Lagerfeld reinventa completamente Chanel ributtandola nell’eleganza anni Cinquanta e riscuotendo un successo che si è sentito fino al Met Gala di quest’anno durante il quale non solo sembra essere ritornati nei 90s con la bellissima Dua Lipa che indossa un abito portato prima di lei nel ‘92 da Claudia Schiffer, ma si percepisce anche l’influenza che il passato ha nello spazzare via il massimalismo e porre sul podio più alto il suo acerrimo nemico: il minimalismo.

 

Le collezioni diventano autoreferenziali senza cadere mai nel banale, si trasformano in un continuo ripescaggio dei tempi andati che riportano in vita, insieme al capo d’abbigliamento, anche ciò che esso ha rappresentato.

 

 

 

L’abito si teletrasporta in un Chronos che non è il suo e continua inconsciamente a trasmettere il suo “qui ed ora” a chiunque lo guardi.

 

In questo modo il vecchio e il nuovo si uniscono per creare il presente nel quale viviamo.

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