Di Gianluca Maddaloni. Sempre più dominante in europa la filosofia calcistica ed economica inglese, che grazie alla sua lungimiranza sta raggiungendo grandi risultati .
La partita con l’Italia ci ha dimostrato l’enorme divario che si è venuta a creare tra il calcio italiano e quello anglosassone. La vittoria dell’europeo nel 2021 dell’Italia è stata solo una rondine che, decisamente non ha fatto primavera. Non che nel resto d’Europa le cose vadano meglio. Basti pensare che prendendo in esame i ricavi annuali dei cinque top campionati europei, circa quindici miliardi, quasi sei sono proprio degli inglesi, mentre tutte le altre quattro leghe sono ferme tra i due e mezzo e i tre miliardi a stagione.
La crescita esponenziale che ha avuto l’intero movimento calcistico in Inghilterra è dovuto a vari fattori. Tutto nasce più di trent’anni fa, quando viene deciso, in primis dai club, di fondare una nuova associazione calcistica: la Premier League. Da subito ha avuto come obiettivo di attrarre nuovi sponsor e l’esportazione del marchio in tutto il mondo. In oltremanica si punta forte sul rinnovamento delle strutture sportive, in particolare, oltre a nuovi stadi e centri sportivi, nascono le academy. In Italia corrispondono ai settori giovanili. Diventano, non più semplici scuole calcio, ma grandi strutture in cui viene data la possibilità, fin da pochi anni, di entrare a contatto con il calcio professionistico e la storia dei club. Coltivando, oltre che le doti tecniche e fisiche dei futuri calciatori, anche legami con la squadra. Ciò fa si che sempre più spesso, una volta diventati professionisti, gli atleti decidano di restare per tanti anni con la stessa maglia.
Dalle academy sono usciti fuori tutti i più grandi talenti inglesi, grazie al lavoro di scouting, degli osservatori, che vanno a cercare talenti tra i giovanissimi. Questo ha portato all’enorme divario economico e tecnico che ad oggi è presente tra la Premier League e gli altri campionati europei. Alla base del successo delle squadre inglesi c’è la solidità economica data dalla vendita dei diritti tv, che rappresentano una buona parte del fatturato dei club. Essendo il campionato più visto al mondo,i diritti per trasmetterlo sono di gran lunga i più costosi. A tal proposito, per toccare con mano la distanza, che di anno in anno aumenta, basti pensare che, l’ultima ad arrivare in classifica in Inghilterra guadagna, dai diritti tv, circa il 40% in più rispetto alla squadra campione d’italia. Questa, ormai incolmabile differenza di fatturato a lungo andare si sta riflettendo anche in campo,infatti anche se non si direbbe, la nazionale italiana ha giocato una delle migliori partite degli ultimi anni, terminata però con la sconfitta per 3-1 contro gli inglesi. Da segni di crescita il gruppo guidato da Luciano Spalletti, con un gioco, a tratti spumeggiante, che avrebbe meritato, almeno per la prima frazione di gioco, il vantaggio. Tante occasioni create, che forse, finalmente sembrano aver trovato il terminale offensivo giusto in Scamacca, che trova proprio la sua prima rete azzurra a Wembley. Ma tutto ciò non è bastato, nonostante i limiti di Southgate, gli inglesi hanno dimostrato il divario tecnico sul campo.