Di Eleonora Del Signore. Nella società moderna persiste un flagello silenzioso: la violenza sulle donne.
Non possiamo più voltare lo sguardo, ignorare i racconti strazianti o permettere che tutto ciò avvenga.
I Numeri parlano chiaro, le statistiche sono sconcertanti, 105 femminicidi, in Italia, dall’inizio 2023 mentre ogni giorno, in ogni angolo del mondo, migliaia di donne sono vittime di violenza fisica, psicologica, economica, verbale e sessuale. Questi non sono solo numeri ma sono vite infrante, speranze annientate e diritti umani calpestati. Dobbiamo confrontarci con la cruda realtà che molte di queste atrocità avvengono dietro porte casa, lontano dagli occhi indiscreti, contribuendo così a mantenere viva la cultura dell’impunità.
Spesso, le vittime rimangono in silenzio per paura di ritorsioni o giudizi sociali. La nostra società deve smettere di girarsi dall’altra parte e creare spazi sicuri in cui le donne possano parlare senza timore.
La violenza sulle donne è radicata su profonde disuguaglianze di genere e stereotipi che permeano la nostra società. L’educazione diventa, quindi, uno strumento cruciale per annientare tali stereotipi; bisogna educare e insegnare il rispetto reciproco e promuovere l’uguaglianza di genere.
La denuncia è il primo passo verso il cambiamento e la giustizia deve essere affidabile e veloce perché lunghi processi sono un’ulteriore violenza nei confronti delle vittime. Le pene inflitte devono servire a creare la consapevolezza del male provocato e puntare alla rieducazione e riabilitazione nella società; perché la società stessa ha il dovere di non creare cicli di violenza.
È ora di alzare la voce, di agire con fermezza, per creare un mondo in cui ogni donna possa vivere libera dalla paura con la dignità che ogni essere umano merita e costruire un futuro in cui la parità e il rispetto siano la norma e non l’eccezione.