Di Francesca Spano. Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi ? Buio , oscurità e assenza di limite ma allo stesso tempo colore, animosità e vita . E’ la necessità di estraniarsi da tutto e tutti per dare spazio alla propria immaginazione, è la necessità di dare liberamente sfogo alle proprie idee ciò che molte volte ci porta a chiudere gli occhi e liberare la nostra mente in un confronto faccia a faccia con noi stessi .
E’ stato questo il punto di partenza da cui l’artista Michele Bravi ha avviato il suo percorso di introspezione portandolo a concludere il suo nuovo progetto in uscita il 12 Aprile.
È stato dal fenomeno scientifico della palinopsia , confessa l’artista , secondo il quale l’immagine che si sta osservando in un preciso momento rimane impressa dentro la palpebra per una frazione di secondo, magari con contorni e colori diversi ad essere stato il suo punto di partenza . Quel momento ha rappresentato un grande punto interrogativo, da cui poi è partita tutta la ricerca del disco. È esattamente in quella condizione che ci si chiede cosa c’è di reale dentro di noi rispetto a tutta la realtà che ci circonda , che cosa vedono gli altri quando vivono una storia .
Nella visione secondo cui ognuno possiede una propria vita interiore dotata di una colonna sonora , un film e un colore che la caratterizzano e in cui questa si identifica , Michele Bravi vuole attraverso questo disco presentarci la colonna sonora della propria vita. Si tratta di un percorso di vita non piuttosto semplice quello dell’artista ma nonostante questo decide di mettersi a nudo e mostraci parte di questa . Bisogna avere coraggio per mostrarsi al mondo non solo per il positivo ma anche per il negativo , mostrando non solo il bello ma anche il brutto del proprio percorso di vita .
Riconoscere gli sbagli e gli errori commessi per potersi migliorare e andare avanti.
È un insegnamento di vita quello che il cantante ci restituisce attraverso il suo progetto musicale. Scegliere, dunque, di intitolare il suo nuovo disco “Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi ” non è una scelta casuale ma rappresenta il percorso interiore che l’artista ha vissuto in prima persona ed è allo stesso tempo quello che invita tutti a compiere affinché ognuno possa tirar fuori la propria colonna sonora , il proprio film. Il progetto musicale è dall’artista diviso in tre capitoli che sono lo sguardo ovvero quello che noi vediamo del mondo, l’immagine ovvero quello che stiamo effettivamente vedendo ed infine l’iride ovvero una sorta di impronta digitale, la cosa più umana, intima, personale ed esclusiva che abbiamo. Pian piano, è come se ci fosse uno zoom sempre più grande per poi entrare all’interno dell’occhio. Questo percorso introspettivo ha permesso all’artista non solo una rinascita ma anche la scoperta di quanto la propria visione creativa conta . “Se, quando ero a scuola, era il motivo per cui mi isolavo e mi isolavano, ora è la visione che mi permette di incontrare un pubblico, di dire: “Io il mondo lo vedo così. Voi?”, dichiara Michele . E’ un punto di svolta esistenziale capire il valore di se stesso e fare di questo il proprio punto di forza . E’ l’auspicio che questo possa essere tale per ognuno .