Di Luigi De Vincentis. La politica ha perso ancora. In Basilicata, nelle giornate di domenica 21 e lunedì 22 aprile, si è votato per il rinnovo del consiglio regionale. Al di là della netta vittoria della coalizione di centrodestra, con il presidente uscente Vito Bardi riconfermato nel suo ruolo, hanno perso tutti.
Il vero vincitore è stato l’astensionismo. Rispetto alla precedente tornata elettorale, dove si votava solo di domenica, la percentuale di lucani che si sono presentati alle urne è notevolmente scesa. Nel 2019 è stata il 53,52%, mentre in questa due giorni di elezione il dato si è assestato al 49,81%. Nessun paese in tutta la regione ha superato i dati della precedente elezione. In questa chiamata al voto un lucano su due non si è presentato alle urne. Tanti si sono definiti stanchi di questa classe politica, che pensa solo ad arricchirsi alle spalle dei cittadini che aspettano risposte per la loro terra, martoriata da anni. Altri hanno perso fiducia in questa politica lucana, complici anche i vari cambi di partiti da parte di uomini politici influenti. Il cambiare ideologia non ha portato bene, soprattutto in alcuni casi eclatanti. Gli elettori lucani hanno capito chi merita di essere eletto e chi invece è costretto a lasciare la poltrona a causa. Sorprende in negativo la zona del Vulture-Melfese, con nessun candidato eletto e con nomi, anche di rilievo, che sono rimasti esclusi. La gente non ha premiato i vecchi consiglieri regionali, e lo si vede dal fatto che gli eletti sono per la maggior parte gente nuova in politica. Altra causa dell’astensionismo la si nota nel fatto che il popolo lucano si è dimostrato stanco delle tante promesse fatte in campagna elettorale che non sono state mantenute. Infrastrutture, sanità, mobilità, tutti temi su cui si doveva intervenire, ma che sono rimasti lì, alle condizioni in cui giacevano da tempo. Ora è tempo di cambiare rotta. E’ tempo di passare dalle parole ai fatti.