Di Leonardo Di Carlo I Totti e gli Immobile non nascono più. Non vediamo più quei giocatori capaci di legarsi a una maglia, a una città, per tutta la carriera. Un tempo, il calcio viveva di bandiere, di uomini che rifiutavano offerte magnifiche per restare fedeli ai colori del proprio cuore. Oggi, i calciatori sembrano diventare sempre più dei mercenari, pronti a cambiare squadra al primo assegno più pesante. Dove sono finiti i valori di sacrificio, dedizione e amore incondizionato per il calcio e per la propria maglia? Il problema è più profondo. Siamo in un’epoca dove i giovani calciatori vengono formati con una mentalità diversa, crescono guardando modelli sbagliati: non più campioni attaccati al campo, ma giocatori più preoccupati dei contratti milionari, degli sponsor e del numero di follower. Le scuole calcio di oggi preparano atleti di alto livello, ma non formano uomini con lo stesso attaccamento ai valori che avevano un Totti o un Immobile. Il talento nei giovani esiste, ma è l’anima che manca. Non si vedono più giocatori pronti a sacrificare tutto per la propria squadra, per diventare un simbolo, un’icona come accadde a Totti con la Roma o a Immobile con la Lazio. E così, lentamente, il calcio perde la sua bellezza e la sua magia.