Di Matteo Papasidero. Decidono la doppietta di Lewandoski e le reti di Yamal e Raphinha, che regalano ai blaugrana una vittoria che mancava da quattro edizioni.

Nella cornice di pubblico meravigliosa del Bernabeu va in scena una partita al cardiopalma: calcio offensivo e ritmi elevatissimi per novanta minuti, mai una perdita di tempo, solamente azioni che si susseguono a ripetizione creando una montagna russa di emozioni tale da tenere incollati al televisore anche gli spettatori neutrali.
Entrambe le squadre hanno speso tantissimo, con un margine di errore pari a zero ma con una sicurezza ed una rapidità di esecuzione dei giocatori in campo che rasenta l’apice concepito.
È calcio nella sua massima espressione.
È il calcio dei canterani del barça che si oppone ai talenti importati del Real, esplositività e talento contro maestria ed esperienza.
Un Real efficace nelle ripartenze ma poco cinico sotto porta, punito efficacemente da un tridente offensivo del barça in perfetta forma.
Una partita da vivere tutta di un fiato, senza pause, retta egregiamente dal fischietto spagnolo Sanchez Martinez: mai un dubbio, mai spazio per una polemica, ma grande carisma ed autorevolezza che non sfociano mai in superbia o arroganza.
Ha vinto il Barcellona allungando in testa alla classifica di sei lunghezze sui Blancos, ma per il real valeva molto di più: quarantadue risultati utili consecutivi in campionato… a quarantatré avrebbero eguagliato il record assoluto, proprio del Barcellona.
Un match che fa scuola al calcio italiano, sotto ogni punto di vista, e che dimostra ancora una volta perché in Europa a dominare sono sempre loro: sono di un altro pianeta, e stasera ha vinto la squadra che in questo momento è probabilmente quella che gioca meglio al mondo.

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