Di Giulia Arcangeli/ Negli ultimi anni il panorama musicale è stato stravolto dall’influenza dei social media, i quali, trasformano brani, nuovi e vecchi, in suoni di 15, rendendoli successi virali con una rapidità quasi preoccupante.Essi di certo hanno aperto nuove porte per la promozione, dando voce a talenti emergenti che prima sarebbero rimasti nell’ombra . Ma questa visibilità ha un prezzo: la musica, un tempo profonda e significativa, rischia di diventare un prodotto usa e getta, ridotta a un semplice contenuto acchiappa like.
In un contesto in cui le canzoni vengono ridotte ad un video di 15 secondi o poco più, la profondità emotiva è la prima vittima. I brani, invece di raccontare storie ed esprimere sentimenti, vengono progettati per far nascere nuovi trend che si esauriscono velocemente, venendo subito sostituiti con i successivi.
Le case discografiche, invece di investire in artisti autentici e talentuosi sembrano orientarsi sempre di più verso coloro che sacrificano la propria creatività per realizzare contenuti volti a generale viralitá e tendenze. La musica è arte, e in quanto tale dovrebbe veicolare un messaggio, che si tratti di emozioni, esperienze personali o questioni sociali dovrebbe lasciare un segno in primo luogo dentro di noi. Ma questo concetto è totalmente in contrasto con ciò che succede nel panorama nazionale e internazionale; i testi privi di un significato contenenti frasi provocatorie e accattivanti stanno distruggendo la vera arte musicale.
“Viviamo in un’epoca in cui la musica può essere consumata rapidamente e poi dimenticata altrettanto velocemente. Spero che le persone possano ancora trovare il tempo per ascoltare un album nella sua interezza.” ha affermato Harry Styles in una recente intervista per il giornale “The guardian”. Anche Billie Eilish segue questa linea di pensiero “Le persone non ascoltano più gli album. Sono sempre più concentrati sui singoli. Questo è preoccupante, perché un album è un’opera d’arte completa.”
Se è già difficile ascoltare un brano nella sua interezza, diventa ancora più raro concepire le canzoni come parte di un progetto più ampio, che in quanto tale, richiede un lavoro attento e dettagliato per curare ogni aspetto dal concept allo storytelling..
I singoli hanno una vita sempre più breve. Ciò che ieri era un successo oggi è già nel dimenticatoio. È questo il futuro che vogliamo? Siamo davvero disposti a vivere in un mondo in cui il valore di una canzone si misura solo in base ai suoi numeri sui social? La musica merita di più, e noi, come pubblico, dovremmo esigere di più. La transitorietà dei trend musicali non solo prosciuga la musica della sua anima, ma crea un legame fragile e superficiale tra artista e pubblico. La musica, che una volta era un linguaggio capace di connettere le persone, rischia di diventare un semplice sottofondo per video da realizzare e poi dimenticare.